La maledizione della fascia tropicale: Perù

La fascia tropicale della Terra ospita senza dubbio le aree più ambite da industrie e multinazionali, che negli ultimi decenni hanno dato vita a una nuova era di colonizzazione legalizzata, perché spesso i governi locali non oppongono alcuna resistenza e, anzi, siglano accordi con le aziende alle quali rilasciano concessioni terriere, in alcuni casi della durata di un secolo.tropical_wet_forests

Le popolazioni locali molto spesso non vengono neanche avvisate, espropriate in breve tempo senza potersi opporre, soggette a costanti atti di intimidazione, regimi oppressivi e omicidi.
La prassi è la stessa per ogni zona colpita dal land-grabbin, si tratti di paesi indonesiani, africani o sud americani, per il commercio della legna illegale, monocolture intensive di mais, soia, eucalipto, palme da olio etc., per la costruzione di dighe idroelettriche o, come nel caso del Perù, per le estrazioni minerarie.
In Perù, terzo paese al mondo per l’estrazione di rame, ormai da mesi si susseguono le proteste delle popolazioni toccate, volte a ottenere maggiore tutela sul posto di lavoro per chi viene impiegato nelle miniere, ma soprattutto in difesa di un territorio dilaniato da estrazioni spesso illegali, concesse ad aziende per lo più cinesi, canadesi, statunitensi e messicane.
Lo scorso 19 novembre, a quasi un anno esatto dall’assassinio di Sixto Fernández, un altro membro dell’associazione che si occupa delle opere di riforestazione in Perù, Alfredo Vracko, è stato ucciso, un atto intimidatorio rivolto a tutt* coloro i quali si stanno impegnando in proteste per la tutela del territorio.
Nel 1975, Alfredo Vracko insieme alla famiglia si era stabilito nella zona dei bassipiani amazzoni, non distante dal fiume Madre de Dios; possedeva circa mille ettari lungo la strada madre rasa al suolo per l’agricoltura, mentre altri 2543 ettari, a circa due chilometri dalla strada, gli sono stati assegnati in concessione per la riforestazione, per una durata di quarant’anni.
La zona concessa alla riforestazione recentemente è stata occupata dai minatori illegali e, secondo quanto dichiarato da Freddy Vracko, figlio di Alfredo, questi dovrebbero essere i mandanti dell’omicidio avvenuto per mano di uomini a volto coperto che hanno fatto irruzione nella loro abitazione.
L’omicidio di Alfredo coincide con l’espansione di una miniera d’oro illegale nella Riserva Nazionale di Tambopaca, nella regione di Madre de Dios, ed è solo l’ultimo di una serie di atti intimidatori che si susseguono con inquietante regolarità in Perù.

La legislazione non è stata in grado di combattere i problemi attuali e di allontanare i minatori illegali, mentre, oltre agli omicidi e agli atti di violenza subiti dalle popolazioni locali, anche la deforestazione procede impietosa.perù deforestazione

Immagini satellitari mostrano circa 1700 ettari di foreste mature scomparse nella Pampa tra il 2013 e il 2015, in un paese colonizzato anche dal mercato dell’olio di palma.

Se da una parte la legge non ha potuto nulla, dall’altra la resistenza del popolo non si è fatta attendere e, dopo le numerose manifestazioni andate in scena a fine settembre contro le miniere di Conga, Tia Maria e Las Bambas, lo scorso 23 novembre è scattato uno sciopero regionale indefinito nel corso del quale migliaia di persone hanno occupato le strade di Puerto Maldonado, il capoluogo della regione di Madre de Dios.
Strade bloccate e punti di accesso all’aeroporto chiusi per protestare contro le leggi che limitano il commercio di gasolio ai macchinari che danno energia alle miniere e contro il disboscamento della regione.

Ma c’è un’altra storia di resistenza che sta facendo eco in ogni parte del mondo ed è quella di Máxima Acuña Chaupe, una donna che vive a 4200 metri di altezza, sulle Ande peruviane nel cuore del Conga.
Máxima lotta contro l’espansione della miniera d’oro Yanacocha, la più grande dell’America Latina, di proprietà dell’azienda statunitense Newmont.
Chiudiamo l’articolo di oggi proponendovi Agua de Oro, il documentario che racconta la storia e la resistenza di Máxima, emblema della lotta peruviana per la difesa del territorio, che per fortuna non resta isolata e prosegue anche nel nome di chi ha dato la vita per la tutela della Terra.

Fonti: Mongabay – Internazionale Yabasta