La rivincita dell’India… in barba alla Monsanto!

India: tra il 1997 e il 2000 il conote Bt geneticamente modificato della Monsanto ha soppiantato le varietà locali, condannando a morte i terreni, gli animali avvelenati dai pesticidi utilizzati, e 250.000 agricoltori del luogo privati dell’unica forma di sostentamento a disposizione.
Contadini locali che si sono suicidati dalla disperazione per aver perso tutto quello per cui lavoravano da una vita, tramandato per generazioni.
Il modus operandi di aziende come Monsanto, Cargill e DuPont punta ad obbligare gli agricoltori a rifornirsi di semi geneticamente modificati, prodotti di laboratorio sterili, studiati appositamente per non riprodursi. In pratica, una volta che si iniziano ad utilizzare, se si vuole continuare ad ottenere raccolti, si è costretti ad acquistarne continuamente da queste multinazionali che speculano sul lavoro e sulla vita altrui.
Questi semi, non contenendo vita al loro interno, rapidamente ne privano anche i terreni; questa è stata la causa principale che ha portato i contadini indiani al suicidio, inermi dinnanzi a campi aridi e deserti, solo qualche anno prima verdi e rigogliosi.
Ma, a conferma della forza della natura e del fatto che le multinazionali non l’avranno mai vinta su di essa, in questi ultimi giorni siamo venuti a conoscenza di un caso che fa ben sperare per il futuro e che rappresenta la rivincita simbolica dell’India sugli OGM e chi li commercializza.
Si parla di raccolti record: 22 tonnellate di riso per ettaro in una delle regioni più povere dell’India, un risultato, questo, ottenuto grazie all’impegno di un gruppo di agricoltori che non ha fatto altro che applicare metodi naturali e tradizionali.
Questo straordinario risultato è stato ottenuto in particolar modo grazie a Sumant Kumar, un contadino che ha utilizzato una tecnica di innesto della pianta di riso quando la radice è ancora piccola. 
In questo modo, trovando più spazio per crescere, la pianta assorbe maggiormente i nutrimenti della terra e ha un migliore sviluppo ottenuto con un minore impiego di acqua e la totale assenza di erbicidi.
Una forte risposta a chi sostiene che il progresso sia vincolato alla messa in commercio degli OGM, con la convinzione che essi rappresentino la soluzione per sopperire alla fame nel mondo.
Queste persone hanno dimostrato che, con l’impegno e lasciando che la natura agisca liberamente, si possono ottenere risultati straordinari.
E non è finita: mentre dalle nostre parti si dibatte ancora sull’argomento, con l’UE che giorno dopo giorno colleziona decisioni ridicole in merito, in India hanno bisogno di lavoratori per completare il raccolto record, in barba anche alla crisi! 

Vi rammentiamo l’esistenza di una petizione da sottoscrivere (clicca qui per visualizzarla), con scadenza a dicembre 2013, lanciata da Earth Riot e diretta proprio all’UE, sottoscrizione che richiede il blocco immediato per il mercato degli OGM, senza se e senza ma, con alcune specifiche particolari sui test sugli animali. Il traguardo sono le 500.000 firme, quindi diamoci sotto, gente, ognuno di noi può fare la differenza, come i contadini indiani insegnano 😉