Le nuove frontiere dell’allevamento: insetti!

Parliamo spesso di allevamenti animali, del peso che questi hanno sull’ambiente, sul cambiamento climatico, sulle emissioni di gas serra, sul problema della fame nel mondo e, non ultimo, del fatto che costano la vita a quasi 60 miliardi di animali ogni anno, pesci esclusi.

Ma l’industria dello sfruttamento non conosce limiti ed ecco giungere con fare rivoluzionario la nuova frontiera dell’allevamento: quello di insetti, destinati all’alimentazione umana, un nuovo stile culinario che ci viene venduto come la soluzione al problema della fame nel mondo.

Già due anni fa avevamo trattato l’argomento denunciando l’inquietante provvedimento dell’UE, che ha stanziato 3 milioni di euro per ogni Paese membro che incoraggi l’impiego di insetti in cucina.

L’ennesima espressione di un mercato che non vuole agire di intelligenza e sostenibilità, ma punta unicamente a sfruttare ogni risorsa di cui il pianeta dispone, senza curasi dei danni che ne conseguono e senza alcuno scrupolo nel segnare l’estinzione di specie animali e vegetali.

La sostenibilità ovviamente non è un concetto che fa gola a chi ha come unico obbiettivo il mero guadagno, altrimenti assisteremmo a gestioni maggiormente ponderate di risorse essenziali come cereali e acqua.

Invece vengono abitualmente sacrificate foreste tropicali per far spazio a monocolture intensive, oggi di soia, domani di mais e spesso geneticamente modificate. Tecniche agricole industriali che ci vengono vendute come la forma di progresso per debellare le carestie nel mondo, ma che al contrario privano dei terreni agricoli quei popoli che già disponevano di poco, per poi destinare il raccolto non alle popolazioni bisognose, ma agli allevamenti animali messi all’ingrasso per poi ingrassare noi, che di problemi quali obesità e diabete ne abbiamo già abbastanza.

Così assistiamo allo svolgimento di fiere come quella andata in scena nello scorso fine settimana a Modena, dove allevatori fieri del loro operato hanno messo in bella mostra, come fossero trofei, le specie di insetti provenienti da varie parti del mondo (molto sostenibile, già) e destinati a diventare le nuove vittime sacrificali di un’alimentazione basata sullo sfruttamento altrui.modena insetti

Persone di ogni età hanno visitato la fiera e gli allevatori di turno si sono anche permessi di vestire i panni di educatori invitando le generazioni future ad interessarsi a queste pratiche, secondo loro molto più educative di altre.

Ma alle generazioni future va insegnato il vero rispetto dell’ambiente e delle infinite forme di vita che lo popolano e questo non può e non deve andare a braccetto col consumare alcune di esse per la propria sopravvivenza e meno che meno per semplice gola.

Ai bambini vanno insegnati l’empatia, l’amore verso il prossimo, la gioia di vivere in un mondo privo di sofferenza e di violenza, sofferenza e violenza che il consumatore, al giorno d’oggi, delega ogni giorno rendendosi complice inconsapevole dei crimini condotti dall’industria della carne e da quelle corporazioni che controllano il mercato, esaurendo ogni risorsa del Pianeta. E allora rendiamoci più consapevoli e più empatico, giorno dopo giorno.

E state tranquilli: dell’Expo 2015 avremo modo di parlarne in seguito!