Lo specismo non è un’isola

Buongiorno, ribelli. Condividendo in pieno le riflessioni espresse e la preoccupazione per la crescente presenza di gruppi e individui dalle idee qualunquiste, a volte discriminatorie all’interno dell’ambiente animalista, riceviamo e diffondiamo con piacere il recente comunicato scaturito dall’Asamblea Antiespecista de Madrid.

 

Considerando che non esiste un movimento animalista come tale, ma una gran varietà d’individui e gruppi con diverse tendenze, metodi e addirittura obiettivi, vogliamo mettere al centro della discussione qualcosa che crediamo che sia comune e fondamentale per qualunque persona che si preoccupi della situazione degli altri animali nella nostra società: preoccuparsi per una situazione ingiusta, prendere una posizione rispetto alla questione e iniziare una lotta attiva per cambiare questa situazione, comporta infatti scegliere una posizione e una prassi politica. Nel caso antispecista, questa posizione si traduce nel dar priorità a questioni fondamentali come il rispetto verso la vita e la libertà degli altri individui, al di là di questioni arbitrarie e al di là di leggi e privilegi. In questo senso ci preoccupa osservare come in determinati ambiti si tolleri in maniera acritica o, addirittura, si accetti apertamente che persone con ideologie e prassi autoritarie partecipino alla lotta animalista, con la giustificazione di “Non ci interessa la scelta politica della gente fin quando aiuti gli animali”. Spesso, per spiegare il nostro rifiuto verso il massacro degli animali non umani lo paragoniamo con quello che è successo in altri momenti o luoghi a gruppi umani, come per esempio l’Olocausto nazista. Nonostante ciò, capovolgendo la situazione, ci sembra che la difesa degli animali non umani non abbia niente a che vedere con le problematiche umane e tolleriamo che coloro che giustificherebbero l’Olocausto difendano gli animali al nostro fianco. Difendere gli animali è fare politica e adottare una posizione politica differente verso un gruppo o un altro, è discriminazione. Dato che noi animali umani meritiamo rispetto e considerazione, indipendentemente dal colore della nostra pelle, dal genere per il quale veniamo classificate/i, dal nostro orientamento sessuale o dal nostro luogo di nascita, ci risulta incompatibile sostenere un discorso antispecista e difendere i diritti degli animali con il fatto di permettere che stiano a nostro fianco persone che hanno posizioni fasciste, sioniste, sessiste, omofobe, xenofobe, ecc. Lo specismo non è un fatto isolato dal resto delle forme di discriminazione e oppressio- ne che esistono nella nostra società. Affonda le sue radici ed è fondato su valori che, se si considerano in maniera parziale e non si rifiutano nella loro totalità, continueranno a esistere, apparire e prendere nuove forme. Che una persona con ideologia fascista salvi un animale non umano è una buona notizia per quel individuo non umano, senza dubbio; però l’ideologia di questa persona è una terribile notizia per milioni di animali umani, che questo individuo non ritiene degni di considerazione; una terribile notizia per la diffusione dell’uguaglianza, per il radicamento di valori contrari alla discriminazione e all’oppressione. Infine, una terribile notizia per tutte/i noi che desideriamo per tutti gli animali, senza distinzione, la libertà e il cambiamento verso un mondo migliore. Se difendiamo ciò che è giusto non possiamo tollerare coloro che difendono l’ingiustizia. Dovrebbe essere ovvio ma già sta succedendo.

 

Contro ogni forma di schiavitù, sfruttamento, oppressione e discriminazione, per la Liberazione Umana, Animale, della Terra, perché senza l’una non si può auspicare l’altra.earth05

Potete visionare il comunicato nella sua interezza accedendo al seguente pdf, nel quale potrete trovare anche alcuni esempi di infiltrazioni fasciste nei movimenti animalisti.
Vi invitiamo a stamparlo (possibilmente su carta riciclata) e a diffonderlo il più possibile.