Per la liberazione animale, umana, della Terra: Siamo tutt* Terrestri

Pomeriggio antispecista dai molteplici significati, dai contenuti forti, finalizzato a un unico obiettivo: la liberazione animale, umana, della Terra.

Domenica 29 novembre a Bologna siamo scesi in piazza a sostegno di Agripunk, realtà antispecista che è riuscita nell’impresa di convertire un’area colonizzata da allevamenti di tacchini per conto di Amadori in oasi per il rifugio di animali salvati dalla macellazione.
Dove prima sorgevano quelli che sono i simboli dello sfruttamento animale, ora regna la libertà, una realtà che offre la possibilità di una nuova vita a chi prima veniva schiavizzat* nel nome del consumismo e del capitalismo.17 novembre
Nel corso del pomeriggio abbiamo presentato e diffuso la nuova edizione di Settantasette, zine di informazione dal basso redatta da Earth Riot consultabile e scaricabile anche online all’apposita sezione del sito, la cui copertina questa volta è dedicata alla resistenza di chi si batte per difendere la Terra.tavolo 29 novembre

Settantasette sarà reperibile sempre a Bologna anche il prossimo 10 dicembre, in via Zamboni (altezza p. Scaravilli), sempre dalle ore 16, presso il tavolo informativo antispecista che allestiremo.
In occasione del summit sul clima, Cop 21, che si terrà a Parigi tra governi e industriali, abbiamo voluto sottolineare ancora una volta come il cambiamento debba giungere dal basso, da ogni singola persona attraverso le proprie scelte quotidiane, e non dai vertici che hanno come solo interesse il mero guadagno a discapito della salute ambientale.
L’abbiamo fatto anche distribuendo un nuovo volantino Inquinamento: una questione di responsabilità sociale, reperibile e scaricabile alla sezione materiale sul sito di Earth Riot, nel tentativo di sensibilizzare le persone offrendo alcuni semplici spunti su come rendere più responsabili le proprie piccole grandi azioni.
L’abbiamo fatto esprimendo solidarietà e attirando l’attenzione su alcune delle lotte simbolo per la difesa della Terra, come quella in corso dallo scorso 1° ottobre in Germania, per la tutela della foresta di Hambach, ogni anno minacciata dalle estrazioni di carbone e lignite; la lotta per fermare il mercato dell’olio di palma, una sostanza che per essere prodotta ha devastato 700.000 ettari di foresta indonesiana solo nel periodo tra settembre e novembre 2015; quella per liberare la foresta di Hanhikivi, in Finlandia, dove la multinazionale Fennovoima vorrebbe costruire una nuova centrale nucleare.

Foto: Good Bear - Il Blog

Foto: Good Bear – Il Blog

Queste sono solo alcune delle lotte che si stanno conducendo per la difesa della Terra e di chi la abita, praticamente ignorate dai media tradizionali che preferiscono dare risalto alle inconsistenti dichiarazioni dei leader mondiali.
Lotte condotte da molte persone che hanno messo la salute ambientale, la liberazione animale e umana davanti ai propri interessi e alla propria di libertà, visto che molte di loro attualmente sono in carcere per aver lottato per un mondo migliore, libero da ogni forma di prevaricazione ambientale, animale, sociale.
Dedichiamo a loro l’iniziativa tenutasi a Bologna, e alla memoria di Siria, vitellina figlia di Io, una delle mucche che abitano Agripunk, nata prematura e che purtroppo non ce l’ha fatta.
Ci uniamo al comunicato pubblicato da Agripunk riportando le ultime parole, con il pensiero rivolto a tutt* le/i Siri* di questo mondo che vogliamo vedere libero.

Ci credevamo davvero che Siria ce la facesse, sarebbe stato il giusto riscatto per Io poter finalmente avere un figlio suo accanto, allattarlo, leccarlo, vederlo crescere, viverci insieme per anni e anni.
Non è stato così purtroppo.
Come magra consolazione comunque Siria non è morto in mezzo al letame di una stalla buia, non sarà buttato in un campo o una discarica, non è nato solo e nemmeno morto solo perché eravamo tutti lì con lui, a fare il tifo per lui, preoccupati per lui e per lui abbiamo pianto tanto fino a non avere più lacrime e per lui come per tutti quelli che invece nascono per essere condannati continueremo come prima a spaccare il mondo.
Anzi, lo faremo ancora di più perché stavolta ci hanno proprio fatto incazzare.
Ci sono tanti “se” in questa vicenda ma ora il “se” più grande che ci viene in mente è questo: se a quelle mucche davano da mangiare, se autorizzavano subito i volontari ad andarle a sfamare, se autorizzavano prima la loro partenza verso i rifugi… Siria dovrebbe ancora nascere, nascerebbe tra qualche settimana e sarebbe il primo vitello nato libero.
Così non è stato e per questo qualcuno dovrà rispondere.
E noi continueremo a combattere contro gli allevamenti perché il se più grande di tutti alla fin fine è: se gli allevamenti non esistessero tutta questa vicenda non sarebbe mai accaduta.
Per tutt* i/le Siria in ogni stalla del mondo.
Siamo Tutti Terrestri!siamo tutti terrestri striscione