PESTICIDI: il piatto di portata nel nostro menù!

Oggi i pesticidi raggiungono sempre più le nostre tavole attraverso i prodotti ortofrutticoli, la carne, il latte, le uova, la frutta e il vino, prodotti che sono contaminati anche dai fitofarmaci; le sostanze con le quali sempre più massicciamente vengono trattati i campi rimangono all’interno di ciò si ricava dalle varie colture.
Gli animali vengono alimentati negli allevamenti intensivi con soia e cereali provenienti da agricolture dove viene fatto largo uso di pesticidi, perché il mercato non può aspettare, la resa dei campi deve essere rapida e molto proficua, e maggiori quantità sono necessarie se si tratta di colture di OGM.
Il veleno spruzzato sulle piante rimane al loro interno, viene ingerito dagli animali e arriva sulle vostre tavole sotto forma di fettina che oltre ai pesticidi potrebbe contenere anche organismi geneticamente modificati (ricordiamoci che presto non sarà più obbligatorio segnalarne la presenza sull’etichetta).

La stessa cosa vale per frutta e verdura: ogni anno sono milioni le persone che muoiono a causa dei pesticidi, tra di loro molti contadini che vivono a contatto con queste sostanze, ma non solo, anche la salute del consumatore è messa a serio rischio perché è sempre più difficile sapere come quel determinato prodotto sia stato realmente coltivato.
Studi recenti hanno evidenziato come possa esserci un legame tra i pesticidi e l’insorgere della SLA: queste sostanze vengono usate anche nel trattamento di parchi, giardini e campi sportivi, gli stessi con i quali vengono spesso a contatto i calciatori… ma ora pare esservi un collegamento anche con il morbo di Parkinson.
Gli studi condotti hanno rivelato che pesticidi come il Paraquat, il Maneb e lo Ziram, utilizzati in California, trovino legami con la malattia, e non solo tra i contadini, ma anche in persone che semplicemente vivevano o lavoravano in prossimità dei campi trattati.
Le ricerche includono anche il Benomil, illegale ormai dal 2001 quando fu dichiarato causa di tumori al fegato, malformazioni cerebrali, effetti riproduttivi e carcinogenesi, ma i cui effetti tossicologici perdurerebbero fino a 10 anni dall’esposizione. Questo pesticida darebbe il via ad una serie di eventi cellulari che conducono al  Parkinson.
La sostanza chimica incriminata impedirebbe a un enzima chiamato ALDH (aldeide deidrogenasi) di limitare il DOPAL, una tossina che si trova naturalmente nel cervello, che se lasciata incontrollata danneggia i neuroni e aumenta il rischio dell’individuo di sviluppare la malattia.
Il morbo di Parkinson può essere ereditato, ma è ormai certo che il verificarsi di questa malattia sia strettamente legato a fattori ambientali, da ciò che mangiamo a ciò che respiriamo.

Un nuovo allarme contaminazione proviene dalla Cina e riguarda le piantagioni di tè verde avvelenate con i pesticidi, in particolare quelle che offrono la qualità Oolong, molto venduto in Italia e nel mondo in generale, che è possibile acquistare anche su internet.
Un’azienda giapponese è stata costretta a ritirare dal mercato 4000 confezioni di questo tè: infatti, i test effettuati sulle bustine hanno evidenziato la presenza di un livello di pesticidi troppo elevato e pericoloso per la salute delle persone. 


Quello dei pesticidi è un mercato che sta facendo la fortuna di multinazionali come Monsanto e Bayer: la strategia da loro utilizzata prevede l’alimentarci con sostanze che ci facciano ammalare in modo che possano arricchirsi ulteriormente curandoci.

Ma cosa impedisce a chi ci governa, che dovrebbe avere come prima preoccupazione la tutela della salute dei cittadini, di evitare che sulle tavole delle persone arrivino questi veleni?
Il Parlamento Europeo ha già dimostrato più volte, attraverso decisioni molto discutibili, di non prendersi a cuore la salute delle persone, dato che offre molte libertà alle multinazionali e sostiene l’impiego di sostanze come gli OGM; in questo scenario, viene almeno da chiedersi quanto profitto traggano gli europarlamentari nell’assecondare le richieste delle grandi aziende.

Quello che un libero cittadino può fare è ribellarsi, scrivere in massa a chi ci governa chiedendo provvedimenti che tutelino maggiormente la salute, diffondere queste notizie e non restare a osservare, continuando ad acquistare prodotti che non danno garanzie e che magari appartengono a quelle multinazionali che speculano sulla salute di tutti noi.
Fate i vostri acquisti dai piccoli commercianti, preferite i prodotti a chilometro zero, oppure quelli provenienti dal commercio equo e solidale, informatevi veramente, non attraverso la tv e i giornali, ma col passaparola e cercando le notizie sulla rete che per il momento fa passare ancora un po’ di notizie pulite.

Nelle prossime pubblicazioni vi proporremo semplici modi per autoprodurvi a casa prodotti che solitamente si acquistano nei supermercati!
Restate sintonizzati 😉

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