Pig 26: storia di un maiale che non s’ammala e di epidemie a piede libero

La minaccia OGM non tocca esclusivamente le piantagioni agricole e i prodotti ortofrutticoli: anche gli animali sono a rischio.
Negli Stati Uniti, purtroppo, è già stata perfezionata una specie di salmone geneticamente modificato che cresce il doppio rispetto a quello che si trova in natura e in tempi molto più brevi.
I rischi che questo comporta all’integrità degli ecosistemi e alla salute delle persone non sono chiari, ma questi aspetti non ne impediranno la commercializzazione anzi, pare che il salmone  di laboratorio possa essere venduto privo di un’etichetta chiara che ne dichiari la natura -GM. 

Ma l’insidia del cibo frankenstein pare non essere una realtà che rimarrà oltreoceano.
Al Roslin Institute di Edimburgo, il laboratorio nel quale fu clonata la pecora Dolly, ha visto la luce un maialino geneticamente modificato, Pig 26incapace di ammalarsi.
Inquietante e pericoloso non sono termini sufficienti a rendere l’idea: i tecnici giustificheranno quanto hanno fatto affermando che questo permetterà di risolvere il problema della fame nel mondo e che si eviteranno le epidemie.
Non ci verranno mai a dire, invece, quali siano i rischi per la salute delle persone che ingeriranno carne -GM, ma prima ancora cosa significhi per l’equilibrio naturale non solo dare input sempre maggiori ad una vera e propria industria che di naturale ha più nulla, come quella della carne, ma anche a mettere al mondo organismi creati artificialmente in laboratorio, senza tener conto dei rischi che possono correre tutte le altre specie, animali e vegetali, con cui verranno a contatto. 

La sola cosa chiara di tutta questa operazione è la volontà, da parte delle aziende del settore, di condurre il mondo ad una produzione sempre più estremizzata e sempre più facile – ma solo per loro – da controllare, da tenere sotto controllo.

provate ad immaginare voi stessi in mezzo ad altrettante persone, proprio come le galline nella foto… e poi a pensare a tutti virus, tutte le malattie che potrebbero nascere e circolare facilmente in luogo simile.

Le malattie che gli animali contraggono all’interno degli allevamenti non sono altro che il risultato dello stato degradante nel quale sono tenuti; questo alimenta le epidemie ed il proliferare di virus e batteri.
Ideare animali da laboratorio incapaci di contrarre queste malattie non farà altro che rafforzare il virus stesso che nel tempo muterà, diventando sempre più resistente, generando così nuove pandemie e minacce per la salute di tutti quanti.
Un esempio calzante di quanto detto ci arriva dalla Cina con i fatti di queste ultime settimane: prima il rinvenimento di 17.000 carcasse di maiali deceduti all’interno di allevamenti a causa di un virus, poi, mentre si cercava ancora di capire cosa fosse successo, ecco esplodere un nuovo caso di aviaria.
Il virus è mutato – hanno affermato. Si tratterebbe di un ceppo del virus dell’aviaria che si è rafforzato all’interno dei polli e dei volatili selvatici.
Per il momento, sono 82 i casi di contagio registrati tra le persone, 17 di queste sono decedute, ignoto invece è il numero di animali morti o abbattuti perché portatori del virus.

Ma intanto gli esperimenti nei laboratori proseguono: chi è del settore non ammetterà mai che esistono dei collegamenti tra tutto questo, ma non serve essere geni per trovarli, basta fare attenzione e informarsi attraverso canali liberi, senza scopi di lucro alcuni.
La prima arma di difesa è proprio questa: i media non faranno mai passare le informazioni realmente utili, ma solo quelle che convengono alle grandi aziende che pilotano il mercato mondiale.

Quello che da sempre sosteniamo noi è che un cambiamento può avvenire se ognuno di noi, nel proprio piccolo, si mobilita: non assumiamo per finito ciò che tv e giornali ci propinano, andiamo oltre, scoprendo quanto e cosa venga taciuto.