Privati dell’empatia: processo di “educazione” sociale

Pubblicare l’articolo di oggi ci sta particolarmente a cuore, perché riteniamo che questo caso possa essere un esempio dell’unidirezionalità del pensiero occidentale (ovviamente non in senso puramente geografico) e della difficoltà di distaccarsi da una tendenza talmente radicata da rappresentare la base sociale.

L’esempio con il quale vogliamo intavolare la nostra riflessione è la recente collaborazione tra i due marchi italiani Simmenthal e Trudi.
mammachebontaSimmenthal, la più nota produttrice nostrana di carne in scatola, in primis bovina, ha stretto un patto economico con Trudi, la più nota produttrice nostrana di giochi per l’infanzia, in primis peluche.
Simmenthal e Trudi, infatti, dal 7 aprile al 7 giungo metteno in palio ogni giorno un simpatico peluche di mucca ogni due scatolette acquistate.

a8f9c4516149f446a1fc240b4e7c6ff9La promozione “Mamma che bontà” gioca astutamente a coniugare cibo comunemente considerato genuino e alla base dell’alimentazione umana, e soprattutto alla crescita,  la carne, all’attività ricreativa. In questo modo, i genitori – ovviamente tirando in ballo sempre e solo la mamma, restando ancorati a un modello familiare nella quotidianità superato in cui l’uomo è lontano e non si occupa quanto la madre, che sta a casa, dei figli – possono essere felici e sicuri della salute e della vita gioiosa del bambino; il bambino, da parte sua, giocando assocerà il divertimento e l’euforia alle scatolette di carne.

La campagna pubblicitaria è sagace e a questo nulla da obiettare, perché così dev’essere.
Ciò che a noi interessa è che tutti ci chiediamo il perché.
Perché un’azienda che produce milioni di scatolette di carne bovina ogni anno sceglie di promuoversi regalando un tenero peluche raffigurante proprio l’animale che sacrifica per questo? E, ancor di più, perché nessuno nota il “lato oscuro” di tutto ciò?
La cosa è a dir poco inquietante, ma, purtroppo, è un limpido specchio, una nitida fotografia della nostra società.

Il genere umano, perlopiù quello occidentale, da sempre basa ogni sua scelta, ogni suo pensiero e ideale sull’antropocentrismo e sulla noncuranza di ciò che ritiene inferiore: così furono gli schiavi, così furono i “negri”, così le donne, così omosessuali e transessuali… e così, sin dalla “notte dei tempi”, stesso destino è per gli animali non umani.
La frenesia della vita moderna poco spazio ci lascia per riflettere davanti a ciò che, no, nemmeno dai suoi fautori, è considerata una provocazione, ma che, sì, a ben pensarci, è una pura contraddizione in termini.
MONTANA-SANDWICH_NAMINGEsempi di questo tipo sono numerosi e, quasi sempre, hanno come principale target proprio i bambini: pensiamo al cartone animato “Peppa Pig”, simpatica maialina cannibale, che, puntualmente, allegra mangia prosciutto davanti agli occhi imbambolati di tutti i bambini in adorazione. E ancora pensiamo a Bugs Bunny, che tempo fa pubblicizzava per Cremonini tramezzini con carne e pesce, anziché verdura quale un coniglio in natura è abituato a mangiare; o il personaggio di Birdie the Early Bird di McDonaldland, simpatica pennuta della serie animata e mascotte di McDonald’s, noto non solo per la sua carne di manzo, ma anche per quella di pollo, guarda caso proprio quella usata per la produzione delle Chicken McNuggets, protagoniste dell’Happy Meal.

Queste promozioni pubblicitarie puntano esclusivamente alla popolazione infantile in modo da spegnere quella naturale empatia propria di ogni bambino e da deviare la loro innata sensibilità empatica verso una sensibilità che possiamo definire “commerciale”, che riscontriamo in età adulta in quel classico caso in cui ognuno di noi, entrando in un supermercato, di fronte alla carne già tagliata e incelofanata non vedrà altro che semplice cibo, senza personalità, senza storia, senza una vita che è stata e che più non è.

3 thoughts on “Privati dell’empatia: processo di “educazione” sociale

  1. e bravi i soliti rivoluzionari, fanno esattamente quello che condannano, per usare una comune espressione usata anche in questo articolo: “sono una contraddizione in termini”. belle parole. bravi avete studiato. e come per la monsanto i vostri concetti e frasi sono di vostra proprietà e ben protetti. l’antispecismo non è copyleft? ma il punto davvero importante non è poi una semplicemente supposta contraddizione, ormai chi non ne ha, non è tanto quello della pura correttezza il problema. è che io volevo condividere l’ultima frase dell’articolo su un social network per cercare di ragionarci e magari coinvolgere altri a seguire una sensibilità nuova, una rivoluzione, in fondo un grande atto d’amore verso l’ALTRO qualsiasi cosa sia… ma se non vi/ti fidate di chi vi legge, se noon vi prendete il rischio di essere anche equivocati ed usati contro di voi, copiati e messi alla berlina, o cose del genere, ma se non sapete condividere questo rischio e questa fiducia con gli altri che scrivete di queste idealità tanto lontane dalla brutalità delle esistenze… vi farete candidi di fronte a voi stessi e punto. una bella sega angelica autoreferenziale.

    • Nemozack, non abbiamo mai fatto uso di tali restrizioni, perché no, non ci piace, fino al giorno in cui ci siamo accorti del copia/incolla di altri blogger che usavano completamente il nostro testo come se lo avessero scritto loro. E fin qui potrebbe anche andar bene, nonostante sia un po’ fastidioso, sì, soprattutto senza una menzioncina o un rimando, oltretutto utile alla causa, senonché alcuni di questi blogger sono ampiamente distaccati dai nostri valori. Ecco, a noi questo non piace. Abbiamo avuto ripercussioni e abbiamo dovuto rispondere a domande sulla nostra natura da parte di persone che ci seguono, dopo questi fatti. Per questo abbiamo disabilitato un comando e ci spiace tanto se dietro tutto questo, senza chiedere e passando direttamente al dito puntato, tu sia riuscito a leggere una così drammatica tragedia. La prossima volta saremo lieti di rispondere alle tue domande, nel caso tu riesca a porne prima di eruttare.

  2. ps. perchè non ho chiarito qual’è stato il problema di tal ragionare: qui non si può fare il copia incolla. esce il popo-up in inglese:”qui è protetto!”. assurdo. ovvero normale.

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