Qatar 2022: la FIFA miete già vittime!

I Mondiali di calcio che si svolgeranno in Qatar nel 2022 possono sembrare distanti, ma la FIFA si è già portata avanti col lavoro e, come accaduto in Brasile, ha iniziato a mietere vittime. Sono già 1.200 i lavoratori che hanno perso la vita nel corso della costruzione delle infrastrutture necessarie allo svolgimento dei mondiali.qatar-2022

Il Qatar ha reclutato il 90% di questi lavoratori in Nepal, Sri Lanka, India e Filippine, l’ennesimo esempio di come un paese ricco sfrutti e alimenti la schiavitù e il tasso di povertà in cui navigano i paesi citati.
I lavoratori impiegati nella realizzazione delle infrastrutture muoiono per esaurimento da caldo e attacchi di cuore in un paese dove le temperature possono raggiungere i 50 gradi. La FIFA qualche tempo fa ha dichiarato che, a causa delle alte temperature, il mondiale 2022 non si sarebbe potuto svolgere in Qatar, ma esprimendo preoccupazione nei confronti dei turisti paganti e non di chi sta morendo per costruire gli stadi.

La FIFA non è nuova a comportamenti di questo tipo, totalmente legati al guadagno, a discapito della salute, della libertà e della dignità delle persone.
Solo qualche mese fa denunciavamo i crimini commessi ai danni del popolo brasiliano perché il mondiale 2014 potesse svolgersi: oltre 200.000 espropriate della propria abitazione, 50 lavoratori deceduti per la realizzazione delle infrastrutture e molti bambini rimasti uccisi nel corso delle incursioni militari nelle favelas.

Questi sono solo alcuni dei bambini uccisi da proiettili vaganti nel corso di incursioni militari delle favelas, durante quelle che chiamano "opere di pulizia"

Questi sono solo alcuni dei bambini uccisi da proiettili vaganti nel corso di incursioni militari delle favelas, durante quelle che chiamano “opere di pulizia”

Un trend che non è cambiato e si avvia a peggiorare visto che ad oggi in Qatar sono già 1.200 i lavoratori deceduti e che molti altri continuano ad essere impiegati in ambienti ostili, in condizioni di semischiavitù, e a vivere in ostelli sporchi e sovraffollati.
Ma, oltre al dramma sociale che si sta già consumando, va reso noto che il mondiale 2022 non sarebbe mai dovuto giungere in Qatar. L’assegnazione infatti è stata “comprata” da un allora dirigente FIFA, Mohamed Bin Hammam, che con 5 milioni di dollari ha corrotto alcuni funzionari di calcio di alto livello. Questi fatti, insieme a molti altri, sono stati tutti documentati nel corso di un’indagine condotta dal procuratore americano Michael Garcia, che però la FIFA ha diffuso in una versione molto riassunta, omettendo alcune vicende.
Il presidente della FIFA Blatter, quindi, ha dichiarato che è tutto regolare, riferendosi sia ai mondiali russi del 2018 che a quelli in Qatar nel 2022.

Così lontani eppure così vicini, sì, perché se non è stato possibile impedire lo svolgimento del mondiale in Brasile, questa volta ci sono tutto il tempo e la conoscenza dei fatti, diffusi con largo anticipo, che dovrebbero alimentare una protesta tale da impedire che nel 2022 il pallone rotoli in Qatar. Il pallone continua a rotolare solo grazie ai soldi del tifoso, che finanzia quello che ormai non è più uno sport da molto tempo, ma solo un’enorme fonte di guadagno per pochi e un mezzo per alimentare le già troppe diseguaglianze sociali presenti nel mondo.

Sulla scia delle proteste condotte contro il mondiale dell’oppressione 2014, Earth Riot si sente di lanciare già da ora un appello che dovrà passare attraverso il mondiale russo, il cui andamento dovrà essere attentamente monitorato, per impedire che il mondiale in Qatar veda la luce: #NoQatar2022, #DiamounCalcioallaFifa.

Fonti: Revolution NewsIl Fatto Quotidiano