#STOPOdP: verso Marghera, 29 marzo

Il mercato dell’olio di palma sembra avanzare senza freni, ma la consapevolezza delle persone sull’esistenza del problema sta crescendo e con essa anche un movimento dal basso che si attendeva da tempo.

Così, a pochi giorni dalla prima manifestazione italiana contro questo mercato di devastazione ambientale e contro il progetto della “bio”raffineria Eni di Porto Marghera alimentata a olio di palma, riceviamo da fonti anonime foto incoraggianti che testimoniano la presenza di molte realtà e persone contrarie a tutto questo.

Striscione apparso fuori dallo stabilimento Eni di Ravenna.

Striscione apparso fuori dallo stabilimento Eni di Ravenna.

Condividiamo le foto che abbiamo ricevuto, che si riferiscono agli stabilimenti Eni di Ravenna e Ferrara, siti industriali che, insieme a quello di Mantova, riceveranno olio di palma semilavorato dall’impianto di Porto Marghera attraverso i cosiddetti pipeline, tubi a vista o sotterranei che collegano tra di loro le varie industrie.

Lo striscione apparso alle porte dello stabilimento Eni di Ferrara.

Lo striscione apparso alle porte dello stabilimento Eni di Ferrara.

 

La manifestazione di questo sabato a Marghera rappresenta una tappa importante che fa parte di una lotta più ampia contro le dinamiche di mercato su cui poggia una società aggressiva, che mira al continuo sviluppo, senza riguardo per le conseguenze, basata sullo sfruttamento di ogni risorsa offerta dal pianeta, l’impoverimento e la schiavitù dei popoli che non vivono o che non accettano di vivere secondo questi ritmi e per questi scopi, l’estinzione, la tortura e l’uccisione di innumerevoli specie animali.

Vogliamo ricordare, e non mancheremo di farlo anche quanto scenderemo in piazza, Tito, Pujiono (quest’ultimo scomparso il 5 marzo scorso) e la popolazione nomade della foresta Suku Anak Dalam di Sumatra, vittima nelle scorse settimane di atti di repressione e aggressione da parte dei militari assoldati dalla Asiatic Persada.

L’uomo a terra è Pujiono, deceduto lo scorso 5 marzo in seguito agli scontri avvenuti con i militari mandati dall’Asiatic Persada per sedare le proteste della popolazione Suku Anak Dalam di Sumatra (foto, Salviamo la Foresta)

Dal 1986 questa multinazionale palmicultrice strappa lembi di foresta, convertita poi in monocolture intensive di palma da olio, alla popolazione nomade, che però, come tante altre tribù che dimorano nelle zone colpite da questo mercato (ricordiamo i Dayak e i Penan del Borneo), resiste e tenta, anche a costo della vita, di difendere le terre abitate da sempre.

A conferma di come le promesse fatte dalle varie multinazionali siano totalmente prive di contenuto e di valore, c’è da sottolineare che le terre colonizzate dalla compagnia Asiatic Persata sono le stesse sfruttate dalla multinazionale tedesca Wilmar, una delle prime al mondo nel commercio di olio di palma.

La Wilmar più volte ha dichiarato e dichiara di volersi impegnare in una gestione maggiormente sostenibile delle foreste, promesse che lasciano il tempo che trovano, menzogne vendute ai giornali che pesano sulla vita di interi ecosistemi, specie animali che contano ormai pochissimi membri e popoli lasciati a vivere in costante regime d’oppressione e intimidazione.

Le ragioni per partecipare alla manifestazione di sabato 29 a Marghera non mancano, i motivi per prendere parte alla lotta contro questo e altri mercati di sfruttamento che si stanno conducendo sono infiniti. L’obiettivo in questo caso è uno solo: BLOCCARE IL MERCATO DELL’OLIO DI PALMA! 

Earth Riot rifiuta e condanna ogni forma di fascismo,discriminazione e violenza, sia essa fisica, verbale o psicologica, e invita quindi chi porta avanti idee e atteggiamenti di questo tipo a desistere dal partecipare alla manifestazione.

Earth Riot rifiuta e condanna ogni forma di fascismo,discriminazione e violenza, sia essa fisica,
verbale o psicologica, e invita quindi chi porta avanti idee e atteggiamenti di questo tipo a
desistere dal partecipare alla manifestazione.