Una strage silenziosa

Ogni giorno nel mondo si consumano urla che non siamo in grado di percepire, milioni di vite vengono spezzate, si perdono nel silenzio di una colpevole indifferenza.
Stiamo parlando della vita dei pesci e delle specie ittiche in generale, troppo spesso trascurati, dimenticati, considerati gli esseri viventi meno degni di empatia dell’intero Pianeta.
Ma anche se non li sentiamo urlare, non significa che non soffrano quando vengono strappati al loro habitat naturale e giustiziati per mere ragioni di mercato.
Sono milioni a morire ogni giorno, una morte tra le più agonizzanti, soffocano e si spengono tutti insieme, lentamente, mentre le persone in ogni parte del mondo sono troppo intente a rendere la propria vita frenetica per rendersi conto di ciò che sta accadendo attorno.
La pesca sta razziando i mari, ecosistemi che non sono nostri, come non sono nostre le innumerevoli specie ittiche che li popolano.
I pesci non sono di nostra proprietà, così come i mari, i laghi e i fiumi non sono la nostra discarica. Eppure persistiamo nell’infliggere sofferenze ad altri esseri viventi e avveleniamo la loro casa riversando nelle acque i fluidi di scarico delle industrie o riempiendole dei rifiuti che produciamo.
Una strage che va in scena ogni giorno con il nostro tacito consenso e che, forse inconsapevolmente, molti sostengono ogni volta che acquistano del pesce o un qualsiasi prodotto ottenuto dalla pesca.
Ogni volta che facciamo la spesa è come se votassimo, decidiamo se dare o meno il nostro consenso a quella determinata azienda perché continui a sfruttare specie viventi o inquinare l’ambiente, e, spesso senza rendercene conto, ci rendiamo complici di questi crimini.findus merluzzo bastoncini
La stessa cosa accade quando acquistiamo un biglietto per un delfinario o un parco acquatico: offriamo il nostro consenso a chi passa le giornate a catturare delfini, otarie, e molte altre creature marine, per rinchiuderle in prigioni acquatiche costruite per il divertimento “umano”.
Proprio in questi giorni le acque di Taiji si stanno tingendo nuovamente di rosso; come ogni anno si sta consumando la mattanza dei delfini. I più “fotunati” verranno imprigionati a vita in un parco acquatico, mentre quelli ritenuti inadatti saranno direttamente destinati alla macellazione. Ma forse, in fondo, sono i primi a spegnersi ad essere più fortunati.
In Messico, invece, è stata l’industrializzazione a mietere quasi 50 tonnellate di vittime. Nel lago Cajititlan, infatti, lo scorso 31 agosto sono riaffiorati migliaia di pesci privi di vita, una moria provocata dalla negligenza nella gestione delle fabbriche che circondano la zona.
Ma questo è solo l’ultimo di una lunghissima serie di eventi analoghi legati alla cattiva gestione degli impianti industriali, e ancor più al fatto che stiamo soffocando il Pianeta, che non ci appartiene, ma ci ospita soltanto, con sempre più industrie collocate in angoli di paradiso che tali dovrebbero restare ed emissioni di agenti chimici che avvelenano aria, acqua e terreni.

Lago Cajititlan in Messico (foto: Internazionale)

Lago Cajititlan in Messico (foto: Internazionale)

Di seguito sono riportati casi analoghi di moria di pesci avvenuti solo in Italia e solo nel mese di agosto 2014:

Ogni giornata è contraddistinta dalle scelte che si compiono: fai che le tue non costino la libertà e la vita di altri esseri viventi… il cambiamento è nelle tue mani!