Wilmar promette, Greenpeace esulta, nulla cambia!

La fine dell’anno si avvicina: c’è chi stila classifiche dei bambini buoni e di quelli cattivi e c’è chi rinnova promesse già espresse 12 mesi prima, mai mantenute e ora rilanciate per buttare un po’ di fumo negli occhi dei consumatori.

Stiamo parlando delle dichiarazioni fatte dal colosso Wilmar, uno dei più grandi produttori di olio di palma al mondo, che a distanza di un anno circa ha ripromesso di diminuire il suo impatto sulla deforestazione causata dalla conversione dei territori, soprattutto nella zona di Sumatra e del Borneo, in monocolture intensive di palme da olio.

Nel 2012, qualche mese dopo aver urlato a gran voce questa promessa, la Wilmar è stata incoronata da Newsweek come la società meno sostenibile nel mondo ed in questi giorni stiamo assistendo al ripetersi della favoletta.

Anche queste sono strategie di marketing e non è solo la Wilmar ad utilizzarle: altre multinazionali come Unilever, l’italiana Ferrero, la Nestlé e l’Ikea, per fare alcuni nomi, ogni tanto se ne escono con promesse di questo tipo che rappresentano solo un mezzo per ripulire momentaneamente la propria immagine in modo da garantire i guadagni.

Se non fanno promesse, vi dicono invece che l’olio di palma utilizzato è proveniente da fonti gestite in maniera sostenibile e certificato RSPO (organo governato dalle multinazionali del settore con il contributo del Wwf che aiuta a far apparire tutto etico e pulito); queste sono le risposte che noi e altri consumatori riceviamo da ditte come la Provenzali o NaturaSì.

La Biotruffa

La Biotruffa

Vorremmo anche sottolineare un ulteriore paradosso: la Wilmar è membro ufficiale dell’RSPO dall’agosto 2005 (uno dei membri più longevi entrato a farne parte ad un solo anno dalla fondazione). Da allora non fa che promettere di impegnarsi nella sostenibilità e da sempre continua continua ad essere coinvolta in numerosi scandali legati a incendi, deforestazioni, ma si sente anche parlare di diritti umani…La domanda, quindi, sorge spontanea, perché dovremmo fidarci quest’anno, il prossimo o il prossimo ancora di promesse del genere?

Non esiste un mercato sostenibile dell’olio di palma: diffidate dalle false promesse espresse dalle multinazionali del settore, non acquistate alcuna tipologia di prodotto che riporta in etichetta la presenza di olio vegetale, grasso vegetale, palmate, palmitate, palmeth, olio di palma biologico e/o sostenibile.

La campagna STOPOdP prosegue!

Campagna STOP OdP

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