Ferrero

Ferrero è una multinazionale italiana, con sede ad Alba (Cuneo), specializzata nel settore dolciario, famosa soprattutto per i prodotti a marchio Kinder e per la crema spalmabile più conosciuta al mondo: la Nutella.
Ma dietro le pubblicità accattivanti e le promozioni studiate per attirare il consumatore c'è ben altro. Questa multinazionale ogni anno vende circa 10 milioni di tonnellate di prodotti a base di cacao, latte e olio di palma, alimentando così problemi come il lavoro minorile, lo sfruttamento animale e la deforestazione. Ferrero importa queste materie prime da paesi dove i problemi citati sono fortemente radicati.

Lavoro minorile

La multinazionale italiana non ` mai stata in grado di fornire risposte quando, nel 2008, la Ethical Consumer la interrogò in merito al milione di minori impiegati nei campi in Ghana, e gli 820.000 in Costa d'Avorio, di cui il 15% tenuti in condizioni di schiavitù. Va inoltre segnalato, visto il recente acquisto da parte di Ferrero dell'azienda turca Oltan, prima nel Paese per la produzione di nocciole, lo sfruttamento della manodopera presente anche in questa zona.

Immagine 1 Bambina in campo di raccolta di nocciole di rifornimento Ferrero, Turchia 2014. (Stop Child Labour)

Nel 2010 un'indagine condotta da una televisione olandese svelò come molte famiglie si accampino nei pressi delle piantagioni nel periodo di raccolta, disposte a lavorare per 1 euro all'ora, 12 ore al giorno.
(fonte: Miniguida al consumo critico e al boicottaggio, Movimento Gocce di Giustizia)

Sfruttamento animale

Non esiste una zona del Pianeta dove esso non avvenga. Il problema per cui non è tanto legato alla zona geografica, ma piuttosto alle pratiche usate e alla schiavitù alla quale sono costretti gli animali.
La Ferrero, quasi a vantarsi di questo dato, fornisce sul proprio sito la quantità di latte impiegata in un solo anno per il confezionamento dei propri prodotti: "il latte utilizzato in un anno potrebbe alimentare per 9 minuti le Cascate del Niagara".
Ma quello che al consumatore non viene detto, nel caso della Ferrero come in molti altri, è la sofferenza che questa produzione di latte comporta per la mucca, rinchiusa a vita, sovralimentata, costretta a rimanere incinta ad un ritmo molto più elevato di quello che accadrebbe in natura, strappata dal proprio vitello che ha la sola funzione di stimolare la madre a produrre latte per i guadagni dell'industria.
Se pensavate che la Nutella fosse fatta con eccedenze di latte vi sbagliavate, perché esse non esistono: la mucca produce latte solo dopo aver avuto il vitello e per la durata di tempo in cui lui deve essere svezzato. Acquistando prodotti Ferrero e a base di latte in generale, si finanzia un mercato basato sulla schiavitù, lo sfruttamento e la morte di questi animali, privati di ogni soggettività e costretti ad una condizione di nonvita che li vede ridotti al pari di una macchina.
Immagine 2 Ecco come viene prodotto il latte (da Alma, di Patrick Rouxel)

Deforestazione

Il discorso è molto più complesso, infatti gli stessi allevamenti animali provocano questo fenomeno perché spesso prendono il posto delle foreste tropicali. Come in Amazzonia, ad esempio, dove l'80% del territorio è stato spazzato via proprio per questo motivo, convertito in monocolture intensive e pascoli per la produzione di carne e derivati animali.
Ma la sostanza di cui Ferrero fa largo impiego a provocare il tasso di deforestazione più elevato è senza dubbio l'olio di palma, materia prima importata soprattutto dal Sud-Est asiatico, ma anche da Sud America e Africa.
Il mercato dell'olio di palma sta conducendo all'estinzione quelle foreste tropicali che regolano le precipitazioni atmosferiche, permettono al Pianeta di respirare e ospitano il 70% di tutte le specie.
Questi bacini di biodiversità vegetale e animale vengono convertiti in monocolture intensive di palme da olio da parte delle multinazionali del settore, un processo che in circa due anni rende sterile il terreno, incapace così di generare e accogliere vita.
Per approfondimenti sul tema olio di palma potete consultare l'apposita sezione sul sito di Earth Riot.
La Ferrero è stata più volte interrogata sulla questione olio di palma e si è sempre difesa sostenendo che si rifornisce da piantagioni certificate RSPO, una tavola rotonda che dovrebbe garantire la provenienza di questa sostanza da fonti gestite in maniera sostenibile, ma che in realtà si riduce ad organo di facciata.
L'RSPO infatti è stato fondato e viene gestito dalle stesse multinazionali che lucrano sul mercato dell'olio di palma: Nestlé, Unilever, Wilmar, Sime Darby, Cargill, P&G, solo per fare alcuni nomi, il tutto accompagnato dalla presenza del WWF che fornisce quella parvenza di sostenibilità di cui necessitano queste corporazioni per nascondere i crimini ambientali, sociali e animali condotti in tutta libertà.
A nulla è servito il provvedimento preso dalla Francia che nel 2012 ha inserito una tassa del 300% (denominata “tassa Nutella”) su tutti quei prodotti contenenti olio di palma, nel tentativo anche di arginare l'ondata di obesità che sta affliggendo i giovani francesi.
Il provvedimento non ha mosso la Ferrero dalle proprie abitudini, nonostante in origine prodotti come la Nutella non contenevano olio di palma, essendo questo un mercato esistente da circa trent'anni, contro gli ormai cinquanta della Nutella.
Immagine 3 Orango braccato dove presto sorgerà una nuova piantagione di olio di palma (Commercial Pressures on Land)

Ulteriori fatti

Sempre in tema Nutella, Ferrero nel 2011 è stata multata di 3 milioni di euro per pubblicità ingannevole in quanto forniva un’immagine salutista fuorviante alla propria crema spalmabile, presentando il prodotto come naturale, nutriente e bilanciato, l'ideale per la prima colazione.
Due cucchiai di crema spalmabile contengono l'equivalente di 11 grammi di grassi, di cui 3,5 saturi, e 21 grammi di zuccheri.
Recentemente, la Ferrero ha operato mosse di mercato mirate ad ottenere sempre di più il monopolio sul mercato delle nocciole: come si è detto, ha acquistato la Oltan, la più grande azienda turca del settore. Il 70% della produzione mondiale di nocciole proviene dalla Turchia, e con questa mossa Ferrero punta a mettere in crisi le multinazionali dolciarie direttamente concorrenti: Mondelez-Cadbury, Mars Herschey, Lindt.
Ma quello di cui si parla poco è il fatto che se il consumatore è costretto a pagare un chilo di nocciole tra i 18 e i 25 euro molto lo si deve al monopolio instaurato dalla Ferrero che acquista il 25% della produzione mondiale (circa 180 milioni di chili all'anno). Anche in questo caso la multinazionale di Alba si vanta di questo dato sfoggiandolo con orgoglio sul proprio sito: "le nocciole utilizzate in due anni da Ferrero riempirebbero un cesto delle dimensioni del Colosseo".

Prodotti a marchio Ferrero

Nutella (insieme a Nutella Bready), linea Kinder, Duplo, Fiesta, Tronky, Yogo Brioss, Ferrero Rocher, Mon Chéi, Pocket Coffee, Raffaello, Grand Soleil (per ora ritirata dal mercato), Tic Tac, Cristallina, Estathé.