Shell

SHELL: CI PERMETTE DI VIAGGIARE... A RITMO DI APARTHEID.

La Shell è una delle più grandi multinazionali petrolifere del mondo (più grandi sono e pi6ugrave; grandi sono i crimini che commettono...).
Le zone più sfruttate da Shell sono sicuramente quelle africane, in particolare la Nigeria, dove questa corporazione estrae petrolio dal 1958. Ma della ricchezza ottenuta da queste estrazioni se ne avvantaggia solo la Shell: le popolazioni del luogo non ottengono altro che regimi oppressivi (che Shell finanzia perchè gli fanno comodo), inquinamento delle proprie terre e un altissimo rischio di danni alla propria salute per le sostanze disperse nell'ambiente dai vari stabilimenti.



Gli abitanti che vivono lungo il delta del fiume Niger si sono spesso ribellati alla perdita delle proprie terre, a loro sottratte senza un adeguato compenso e con la violenza; la Shell ha infatti ammesso di fornire armi alla polizia locale perchè difenda i propri stabilimenti e in modo da ottenere nuovi territori.
Tra le azioni finanziate e promosse da Shell vi è anche il finanziamento dei guerriglieri della zona usati per controllare le ribellioni della gente comune. Nel 1993 l'esercito nigeriano sterminò un'intera tribì, provocando più di 1.800 morti, per consentire a questa corporazione di continuare le trivellazioni nell'Ogoniland: lo sterminio degli Ogoni avvenne nello stato nigeriano di Rivers nel gennaio '93. Quando la Shell sospese le operazioni, era il 22 maggio dello stesso anno, 10 giorni dopo che il governo militare ordinò di fare terra bruciata per occultare quanto fosse accaduto. Lo scrittore nigeriano Ken Saro-Wiwa, premio nobel alternativo per la pace e leader del movimento per la sopravvivenza degli Ogoni, diede la vita per difendere il proprio popolo e la propria terra dalle azioni della Shell insieme ad altri coraggiosi suoi connazionali.



Ken Saro-Wiwa fu impiccato il 10 novembre del 1995 insieme ad altre otto persone dal regime nigeriano, nonostante le pressioni dell'opinione pubblica internazionale. L'accusa: dopo divisioni interne del MOSOP (Movement for the Survival of the Ogoni Peolpe), il governo ditattoriale nigeriano di Ashab pensò bene di incolpare Ken Saro e i suoi compagni, quelli più alla Shell.



Shell, 15 anni dopo la morte del poeta attivista, ha accettato di pagare 15 milioni e mezzo di dollari (11,1 milioni di euro) per evitare di comparire in un imbarazzante e clamoroso processo, visto che dal 1995 è perseguita dall'accusa di complicità con l'ex regime militare nigeriano; questo fa capire quanto sia sporca questa multinazionale.
In Nigeria, però, nonostante la Shell spenda milioni di euro in pubblicità per apparire come un'azienda che rispetta l'ambiente e tutela i diritti umani, la situazione non è migliorata nell'arco degli anni. Dalle condutture degli stabilimenti vi sono numerose fuoriuscite di petrolio che inquinano le acque rendendo i terreni improduttivi, sottraendo alla popolazione le uniche forme di sostentamento.
Nel dicembre 2004 centinaia di uomini, donne e bambini occuparono pacificamente e senza armi alcune piattaforme petrolifere della Shell, nel tentativo di ottenere posti di lavoro che riparassero alle privazioni patite.
Ma le devastazioni causate dalla Shell non sono circoscritte solo alla Nigeria: la foresta amazzonica del Brasile, oltre che per altre ragioni, è minacciata anche dalla costruzione di una serie di 10 dighe idroelettriche, progettate per fornire energia ad un complesso di miniere di bauxite e fonderie di alluminio nel Parà. La fonderia della miniera, come evidenziato da un rapporto del 1991, userà energia proveniente dalla diga Cachoeira Porteira, che inonderà 911 Kmq di foresta tropicale, compresi alcuni villaggi dell'Amazzonia e le terre abitate da 23 gruppi di popoli indigeni, alcuni dei quali non sono ancora venuti in contatto con la cosiddetta civiltà, quindi vulnerabili alle malattie. È stato consentito agli agenti della Shell di usare la corruzione e le minacce di violenza per indurre gli indigeni a lasciare le loro terre.



Nel 1997 la Shell miete vittime anche in Colombia, avviando un progetto dai profitti elevati, ma condannando a morte la popolazione locale, gli U'wa, che ha deciso di ricorrere al suicidio collettivo piuttosto che permettere la profanazione della propria terra.



La Shell è una delle tre multinazionali coinvolte nella causa intentata da 500 contadini del Costarica resi sterili dai pesticidi: insieme alla Dow Chemical aveva prodotto il DBCP, proibito negli U.S.A., ma fornito ai lavoratori delle piantagioni di banane perché lo utilizzassero nelle coltivazioni.



Questo colosso petrolifero vorrebbe trivellare anche l'Artico in cerca di petrolio, mettendo così a rischio la sopravvivenza delle balene e degli orsi polari e di un territorio già devastato dal continuo scioglimento dei ghiacci dovuto all'effetto serra.




Non rifornirti dalla Shell, ma non pensare che le altre multinazionali petrolifere siano molto meglio: inquinamento, devastazione, corruzione e incoraggiamento alla violenza, all'uso di armi, finanziamento di regimi oppressivi, minacce, persecuzioni, uccisioni, guerre. Tutto questo per rifornire il nostro serbatoio.
Se piano piano impariamo a lasciarci sempre più alle spalle i mezzi non sostenibili, l'Ambiente, le Popolazioni e gli animali minacciati da queste multinazionali ce ne saranno grati.
Nel 1995 il boicottaggio degli automobilisti fece collare gli incassi di questa azienda dell'80%, ognuno di noi se vuole può fare la differenza.

MARCHI SHELL: BlackRock Ventures, Coral Energy, Duvernay Oil, Equilon Enterprises, Mimas, Motiva Enterprises (50%), Pecten Arabian, Royal Dutch Shell, Shell, Showa Solar, Tejas Energy.

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