Agripunk, realtà antispecista che (senza scendere a compromessi) in un’epoca in cui la costante è rappresentata dalla scomparsa di luoghi incontaminati, immense distese verdi colonizzate e convertite in monocolture, industrie, miniere e allevamenti, soffocate dal cemento e dalle grandi opere, è riuscita nell’impresa di liberare un’area di 26 ettari un tempo occupata dagli stabilimenti di Amadori.
Un luogo dove un tempo venivano uccisi 30.000 tacchini ogni tre mesi è stato bonificato, trasformato in un rifugio per quegli animali liberati dalla schiavitù del sistema specista e capitalista, restituiti a nuova vita in un ambiente che è il simbolo della lotta per la liberazione animale, umana, della Terra.
Una realtà, un progetto, un sogno e un precedente che ha cambiato radicalmente le sorti di questa lotta, ma che per sopravvivere necessita del supporto di tutt* coloro che si battono per un mondo reso libero da ogni espressioni di dominio e prevaricazione.
I/le ragazz* che hanno dato vita a questa realtà dedicano ogni istante della loro vita alla tutela degli animali ospitati, alla cura del terreno dove sorge Agripunk e hanno bisogno di sostegno sia pratico che econimico affinché questo sogno possa continuare ad essere una realtà.
I modi per sostenerl* sono molti: partecipando agli eventi che organizzano ogni mese, recandosi al rifugio per offrire il proprio aiuto materiale, attraverso l’acquisto delle magliette o dei generi alimentari auto-prodotti, diffondendo il loro materiale o tramite donazioni dirette come spiegato nella sezione come aiutarci sul sito di Agripunk, con aggiornamenti anche in english version.
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