Mikkel Jensen: mentire per narcisismo

Pochi giorni fa, abbiamo pubblicato un articolo per riportare in italiano un estratto dall’inchiesta svolta da un giornalista danese, Mikkel Jensen, recatosi in Brasile per i Mondiali di calcio 2014 e poi tornato in patria prima dell’inizio dei giochi perché deluso e disgustato da tutto ciò che dietro questo evento si cela. Desideroso di raccontare al mondo quello a cui aveva assistito, ha quindi scritto non della manifestazione “sportiva” in sé, ma di tutti i disagi che questa crea al popolo brasiliano.

Noi abbiamo letto le sue righe e ci sono sembrate interessanti e doverose da condividere con chi ci legge e ci segue e da diffondere il più possibile. Abbiamo fatto qualche ricerca di verifica come di routine, ma niente sembrava contraddire le parole del giornalista. Abbiamo quindi pubblicato l’articolo.

Oggi, però, leggiamo qualcos’altro: consigliamo a tutti voi di leggere questo articolo per farvi un’idea più chiara, perché meglio di chi vive direttamente ciò che è accaduto e che continua ad avvenire tra le favelas e tra le strade delle principali tappe brasiliane di questo Mondiale non potremmo spiegare.

Fatto sta che, a quanto pare, Mikkel Jensen ha deciso di impinguare la sua storia, anzi, una storia che non è sua, ma del popolo brasiliano. Spesso i giornalisti dimenticano di scrivere storie che sono dei personaggi che realmente le vivono e non di chi le mette nero su bianco. Il giornalista non è il protagonista né lo deve diventare; il giornalista è il mediatore che dà voce ai fatti e alle persone e tale deve restare.
Mentire per narcisismo, per essere più letti, per fama… è una delle peggiori azioni che un giornalista possa fare. In situazioni tragiche come queste, poi, come quella che vive il Brasile, è davvero meschino.

Ci discostiamo da questo modo di fare giornalismo, ma non intendiamo rimuovere l’articolo che abbiamo pubblicato: vogliamo lasciarlo come monito dell’errore che, consapevolmente, questo “professionista” ha fatto.
E con quali risultati? L’effetto della menzogna made in Denmark potrebbe estendersi oltre al fatto che non sono stati uccisi bambini la notte per “pulizia sociale”, facendo così perdere di credibilità ad altri fatti che invece sono realmente accaduti.
Questo è il risultato di chi, anziché per amor del vero, ma del proprio ego, pubblica sensazionalismi.

4 thoughts on “Mikkel Jensen: mentire per narcisismo

  1. Grazie per il coraggio di tornare indietro sui vostri passi e grazie per aver citato la favela Rocinha e le difficoltà che vive la sua popolazione! Vivo e lavoro nella favela Rocinha collaborando con la Onlus Il Sorriso dei miei Bimbi oltre che dedicandomi alla Finestra sulla favela. In prossimità dei Mondiali siamo invasi dai giornalisti. In molti vengono a montare le prove dei servizi che a priori hanno deciso di voler fare. Pochissimi sono coloro che vengono ad ascoltare e a capire per poi produrre inchieste utili a questo popolo. Così l’opportunità di visibilità dei problemi e di denuncia svanisce in nulla. Il commento di questo articolo infonde speranza nella direzione opposta. Un abbraccio. Estamos Juntos!

    • Grazie a te per il lavoro che fai e per aver fatto circolare la verità.
      Noi siamo a disposizione, sentiti libero di girarci tutto quello che vuoi diffondere sulla situazione delle favelas, faremo del nostro meglio per dargli ulteriore visibilità!

  2. Ci risiamo! Come accadde in occasione della Coppa del Mondo, sta tornando a diffondersi la bufala dei “bambini uccisi per pulizia”, questa in preparazione delle Olimpiadi. Questa volta c’è di mezzo l’ONU e testate sedicenti autorevoli. Mischiando pezzi di verità a bugie, montano una verità credibile ma falsa. Sulla Finestra sulla favela trovate il risultato di una piccola ricerca a riguardo.

    • Ciao Marco, grazie per averci scritto perché proprio in questi giorni ci stiamo documentando sulla questione con l’intenzione di scrivere qualche articolo dando a nostra volta visibilità a quanto sta accadendo.
      Quanto ci riporti è assurdo, ma ovviamente siamo spinti a credere maggiormente alle tue parole piuttosto che a quelle di quotidiani locali.
      Abbiamo letto il tuo articolo ed è molto interessante, hai fatto un’analisi molto approfondita, ti chiediamo la cortesia di girarci link, anche in lingua straniera, che possano esserci utili per chiarire la situazione anche dalle nostre parti, puntando il riflettore sugli sgomberi e sulla prostituzione se sono esclusivamente questi i problemi maggiori che si vivono nelle favelas.

Comments are closed.