La resistenza dei popoli indigeni

La resistenza espressa dalle popolazioni indigene per difendere la Terra dovrebbe essere d’esempio e ispirare pratiche di lotta forse più efficaci che richiedere referendum e appellarsi a quegli organi che sono parte integrante e scatenante dei problemi che affliggono il Pianeta.
In Guatemala e Messico circa 300 persone provenienti da 60 comuni del Chiapas e del Peten si sono opposte alla costruzione della diga idroelettrica sul fiume Usumacinta, che andrebbe a invadere le terre da loro abitate, condannandoli allo sfratto.
Ma, all’ultimo forum delle resistenze dei popoli indigeni, i partecipanti hanno riferito che lungo la parte alta del fiume, nella zona di Boca del Cerro, i lavori per la costruzione degli argini sono già iniziati.
Quella di Boca del Cerro è una delle cinque dighe progettate nello spartiacque che divide il Messico dal Guatemala; i lavori dovrebbero durare quattro anni e gli argini della diga raggiungere i quasi 60 metri di altezza.mexico-guatemala-dam-resistanceI lavori rischiano di portare alla scomparsa della comunità di San Carlos Boca del Cerro, che diventerà la sede della compagnia che si occuperà della costruzione della diga.
Un progetto che andrà a coprire 1.799 ettari di terra complessivi, 707 nel comune di Tenosique e 1.092 a Palenque.
I rappresentanti delle comunità sanno che il governo non effettuerà alcuna opera di compensazione nei loro confronti e che l’imposizione della diga viola l’articolo 2 della Costituzione e Convenzione dell’Organizzazione Internazionale del Lavoro (OIL), che garantisce l’autonomia dei popoli indigeni.
Consapevoli di quanto sta accadendo, tutte le popolazioni colpite si stanno impegnando per attuare un piano di lavoro che fermi la costruzione del progetto idroelettrico, che andrebbe a inquinare la terra e le acque del fiume.
Attraverso l’organizzazione di questa mobilitazione, i popoli di Messico e Guatemala vogliono anche esprimere vicinanza e solidarietà a tutte quelle lotte che si impegnano a fermare progetti minerari, autostrade, centrali idroelettriche e tutte quelle infrastrutture che minano la libertà della Terra.
Infine, nel ricordare Berta Caceres e il suo impegno nella lotta per la liberazione della Terra, hanno chiesto giustizia immediata per chi è stato assassinato nel tentativo di difendere i territori e rispetto per i diritti umani e la vita di chi lotta contro devastazione, ingiustizie sociali e ambientali.
La lotta per la liberazione della Terra non si delega!

Fonte: Earth First Journal