L’indifferenza uccide due volte

Lottare per la libertà dei popoli, per difendere la Terra, per la liberazione animale, per sopravvivere alla quotidianità imposta dalla società, lottare per non morire.
Tutto si riconduce ad un comune denominatore: lottare per scardinare un sistema che ci vuole complici, acritici, ingranaggi di un meccanismo votato a un consumismo che consuma. Un processo che ci svuota e allontana dai rapporti sociali, rendendoci incapaci di provare solidarietà anche davanti ai fatti più tragici.
La paura di perdere quel poco che ci viene concesso, l’illusione di possedere libertà di scelta all’interno di uno schema prescritto.
Così scendiamo a compromessi, ci calpestano come fosse la la prassi, ci sfruttano affermando che, intanto, se non ci andrà bene ci sarà sempre un altro/a “disperato/a” che accetterà le regole del gioco senza porsi troppe domande, che con la testa china e la speranza in tasca accetterà in silenzio ogni imposizione giunta dall’alto.
Ma le cose non vanno sempre così, in tutto il mondo ci sono persone che lottano a testa alta, senza il timore di rimetterci la loro stessa vita, come nel caso di Abdesselem El Danaf, ucciso mentre cercava di smantellare questo muro d’oppressione e omertà, difendendo con il suo corpo l’idea di un lavoro dignitoso, per se e per gli/le altri/e.
Non deve essere il numero delle vittime a determinare il livello di solidarietà espressa né, tanto meno, l’etnia o la specie di chi è rimasto coinvolto/a, o il luogo in cui si è consumato il crimine di turno. Perché tragedie come quella che si è consumata la scorsa notte a
Piacenza, oltre a farci riflettere sulla situazione attuale che stiamo vivendo, dovrebbero sviluppare in ogni persona un livello di indignazione tale che porti a bloccare tutto!
E invece no, anche in questo caso la vita andrà avanti nella totale indifferenza e ipocrisia di chi accetta d’esser complice e schiavo di questo sistema oppressivo, invece di schierarsi affianco di chi resiste, come se la morte di quest’uomo non contasse nulla, percepita con un colpevole distacco quando invece riguarda tutti/e, nessuno/a escluso e nessuno/a lo sarà mai.