Fuck the system!

Infiltrazioni istituzionali
Derive partitiche
Compromessi
Delega
Legittimazione del potere
Complicità col potere stesso


Uno schema involutivo periodicamente rigurgitato dal sistema, ogni qualvolta si ritenga necessario l’assorbimento di una lotta che, diversamente, ne destabilizzerebbe le fondamenta.
Ma il sistema non può estinguere la devastazione da esso prodotta, al contrario, assecondarne l’intromissione ne legittima l’esistenza offrendo allo stesso un ulteriore affermazione di dominio.
Dinamiche di dominio a loro volta rafforzate da espressioni di lotta settoriali e territorializzanti che, alimentando aspetti ritenuti secondari e ignorandone altri, permettono al sistema di riprodursi e nutrirsi altrove.
Possono sembrare solo parole o vaneggiamenti filosofici, in realtà sono lo specchio di ciò che troppe volte si è verificato nella pratica e che se letto nel modo giusto dovrebbe fornire spunti e strumenti per tracciare la strada da percorrere – una sola – verso la Liberazione della Terra e di chi la popola, senza distinzione alcuna.
Proponiamo di seguito la riflessione di un attivista notav, Roberto Colarullo.
Una disamina pratica dei fatti che hanno permesso la svendita degli ideali, fenomeno che prolifera e rimbalza di ambiente in ambiente, determinato e agevolato da lotte frammentarie.

Ci eravamo abituati a chiamarla “La Valle”, un movimento nato per difendere una parte di terra era diventato il simbolo della difesa della Terra. Venivano da luoghi lontani, non solo dall’Europa, ma pure dall’America Latina, dalla Nuova Zelanda, ognuno con la sua storia, la sua esperienza.
Ho visto la decrescita praticata, la condivisione, la solidarietà.
Ho passato notti nei boschi con persone che in nessun altro luogo avrei potuto incontrare, ho partecipato ad assemblee sfiancanti dove la parola democrazia acquistava sapore profondo, ho visto ragazzi saltar sulle pale delle ruspe nel tentativo di fermarle, ho visto corpi che si offrivano come scudo contro la devastazione, ho visto anziani autodenunciarsi per scagionare giovani, ho visto affrontare il carcere con orgoglio.
Insieme ad altri ho pianto di rabbia nel veder abbattere alberi, perché quegli alberi erano il simbolo di tutti gli alberi.
Un modello di sviluppo rispettoso del pianeta era lì, in Val Susa.
Un partito che con ipocrisia si faceva chiamare movimento offrì il suo aiuto.
Non sembrava un problema, era già capitato.
Ma “il portavoce”, anche se in tanti non immaginavamo ci fosse “il portavoce”, disse “dobbiamo votarlo!”
Quel partito divenne partito di governo: chiuse i porti ai naufraghi e fece guerra alle navi che li soccorrevano (gli annegati furono centinaia, forse migliaia); decretò una legge che raddoppiava le pene per i reati di protesta; fece diventar crimine la solidarietà; sbeffeggiò gli altri movimenti che difendevano la loro terra; portò il nostro paese nell’elenco di quelli razzisti e xenofobi.
Forse, forse, quel partito, cancellerà la tratta ad alta velocità Torino Lione, ma non sarà vittoria, già solo accettare il suo aiuto è sconfitta.

VM