La lotta per la foresta di Hambach si sposta in città

I difensori della foresta di Hambach occupano la cattedrale di Colonia, srotolando uno striscione in solidarietà a chi è stato arrestato per aver difeso la Terra.cattedrale 2
Gli/le attivist* hanno spiegato di aver voluto per una volta spostare la lotta per la difesa della foresta, che prosegue dal 1° ottobre scorso, nel centro cittadino nel tentativo di sensibilizzare l’opinione pubblica sugli atti di repressione ricevuti dalle forze dell’ordine.
Tre attivist* infatti sono ancora in carcere, arrestat* nel corso di azioni di blocchi e sabotaggi contro le operazioni della multinazionale RWE, che ogni anno devasta la foresta di Hambach per estrarre carbone.
Di seguito riportiamo il comunicato ufficiale:

 

Il 23 novembre, alle 15.00, abbiamo scalato le le mura esterne della cattedrale di Colonia e srotolato uno striscione. A causa della repressione e della violenza contro gli attivisti ambientalisti dalla foresta di Hambach in questi tempi, abbiamo deciso di attirare l’attenzione pubblica attraverso un’azione diretta.
Tre nostri amici sono in custodia da diverse settimane ormai e la data del processo non è ancora stata fissata. Durante il loro arresto, sono tutti stati picchiati brutalmente. Una lacerazione, denti mancanti, un naso rotto, dolori alla mascella e un polso rotto – non possiamo stare fermi ad accettare!
Siamo arrabbiati, perché sono stati picchiati arrestati e non hanno nemmeno ricevuto un trattamento medico!
Ma questo non vale solo per i nostri amici che stanno in prigione, che combattono contro crimini che sono incredibili, ma con le spalle coperte da stato e finanza. Vogliamo abolire l’intero sistema carcerario.
Specialmente nei paesi “democratici”, non solo l’imprigionamento delle persone, ma anche la tortura mentale e l’isolamento, la totale sorveglianza spesso è accettata come una legittima “punizione” e una procedura di riabilitazione. Per esempio, quando il nostro amico Jus è stato imprigionato durante l’estate e ha speso tre settimane in isolamento, le luci accese ogni mezzora – ventiquatt’ore al giorno.
Prigionieri, che sono visti come “politici” o che non si comportano in modo “appropriato”, sono puniti con esclusione dalle attività, hanno meno possibilità, sono più spesso cercati e supervisionati.
E quando lo stato rafforza i suoi interessi contro gli umani che combattono per liberare spazi fuori da un’onnipresente e capitalistica logica di utilizzo, sta solo “garantendo la sicurezza pubblica”?
Come no! Le prigioni sono solo un altro strumento nelle mani di quelli che opprimono altri umani, animali e quindi distruggono il pianeta per assicurare i propri interessi e privilegi.
Per dirla con le parole di uno dei tre prigionieri: “Ogni Vita che cresce senza seguire il loro volere deve essere tagliata, abbattuta, sterminata.”
Noi chiediamo:

LIBERTÀ PER TUTTI I PRIGIONIERI! FREE THE T(H)REE!

Intanto, all’interno del carcere, uno degli attivisti ha dato vita ad una protesta dentro la protesta, occupando un albero del cortile e srotolando a sua volta uno striscione che riportava la scritta “System Change not Climate Change” (Cambiamento del sistema, non cambiamento climatico).
L’azione è stata portata avanti anche per protestare contro il summit politico sul clima che si terrà a Parigi, contro il sistema che ha prodotto i politici e messo lui e altr* attivist* dietro le sbarre.

Fonti: Hambach ForestABC RhinelandABC Rhineland