Vermont: l’occupazione di un albero per fermare il fracking

Alle 6:30 di martedì 22 marzo alcuni/e attivisti/e hanno occupato un albero a Monkton, nel Vermont, per impedire il suo abbattimento funzionale alla realizzazione di un gasdotto e all’avviamento delle opere di fracking.
L’azione attuata dai difensori della Terra ha anticipato l’inizio dei lavori che avrebbero cancellato quella parte di percorso per permettere la costruzione del gasdotto.
Gli/le occupanti hanno promesso di mantenere l’occupazione sino alla cancellazione del progetto, lanciando un appello agli abitanti del Vermont ad unirsi a loro in questa protesta per la salvaguardia dell’ambiente.vermont
Il fracking, tecnica di fratturazione idraulica che prevede la trivellazione orizzontale dei terreni attraverso l’impiego di tonnellate di litri d’acqua, mischiate a sabbia e additivi chimici che, ad altissima pressione, vengono iniettate nel sottosuolo per provocare crepe nella roccia per permettere l’estrazione di gas di scisto, è causa di deforestazione, inquinamento delle falde acquifere e incrementa il rischio di terremoti, come si sta già verificato in Oklahoma.

Le nostre voci non sono state ascoltate, il bene pubblico non è stato rispettato, e a questo punto non è una sorpresa che le persone stiano mettendo i loro corpi sulla linea per fermare questo incubo.

Queste le parole di uno dei residenti di Monkton che denuncia il totale disinteresse da parte delle istituzioni nei confronti della salute ambientale e sociale, che è stata la ragione scatenante dell’occupazione attualmente in corso.
L’ennesimo esempio di come il dialogo con le istituzioni sia del tutto inutile, funzionale solo a riconoscergli un’autorità che non dovrebbero avere, a conferma di come l’unica via per la difesa e la liberazione della Terra debba essere l’azione diretta.

Fonti: Earth First Journal – Rinnovabili