Stop Olio di Palma: per la liberazione della Terra

Modena, Ferrara, Prato, Milano, Verona: queste le città che il 16 aprile hanno risposto all’appello lanciato da Earth Riot per un pomeriggio di mobilitazione contro il mercato dell’olio di palma.
A Bologna è andato in scena un presidio all’insegna dell’informazione pulita per la liberazione animale, umana e della Terra che non ha tralasciato alcuna vittima del mercato dell’olio di palma.

Foto: Good Bear

Foto: Good Bear

Il dato principale che abbiamo raccolto è sicuramente rappresentato da una maggiore coscienza del problema da parte delle persone, nonostante spesso l’attenzione continui a essere rivolta ai rischi che il consumo dell’olio di palma può arrecare alla salute del consumatore, anche se sappiamo che i crimini legati a questo mercato sono ben altri.
Questo è un problema che scaturisce dall’informazione parziale e strumentale che viene fatta in Italia, che spesso trascura la questione della deforestazione, dello sfruttamento animale e dell’oppressione dei popoli.
Aspetti che abbiamo sottolineato invece nel corso del presidio, tra i quali la biotruffa architettata dalle multinazionali del settore, ovvero l’inesistenza di un mercato sostenibile dell’olio di palma, viene certificato tale da RSPO, un organo di facciata creato appositamente dalle stesse multinazionali del settore per mascherare i crimini citati.
A tal proposito abbiamo anche voluto ricordare che l’olio di palma non viene impiegato solo dall’industria alimentare e della cosmesi, ma è utilizzato anche per la produzione di falsi biocarburanti, nonostante questa sostanza non possa essere usata a tale scopo dato che non rispetta i parametri stabiliti dalla RED (Renewable Energy Directive).
Nonostante questo, Eni, nel suo impianto di Porto Marghera, da due anni ha avviato un progetto che prevede la produzione di biocarburanti derivati dalla combustione di olio di palma, come avevamo denunciato il 29 marzo del 2014 quando ci ci siamo recati sul posto per manifestare contro la multinazionale italiana.stopodp 16 aprile biocarburanti
Nel corso del presidio abbiamo voluto esprimere solidarietà alle lotte per la liberazione della Terra e verso chi, ogni giorno, si oppone alle pratiche di prevaricazione ambientale, animale e sociale condotte dal sistema.
Abbiamo ricordato le lotte in corso per la difesa della foresta di Hanhikivi, in Finlandia, contro la costruzione della centrale nucleare, di quella di Hambach, in Germania, contro l’estrazione di carbone e la resistenza in corso in West Papua, dove da decenni si consuma una guerra segreta che ha portato all’uccisione di 500.000 papuani da parte dell’esercito indonesiano che, per conto di compagnie estere, controllano terre e miniere nel paese. E, ovviamente, solidarietà alle foreste del Borneo, tra le più devastate dal mercato dell’olio di palma che però colpisce anche il Sud America e l’Africa, e a tutte le persone che perdono la vita nel tentativo di difendere la Terra.stopodp 16 aprile solidarietà 2A tal proposito riportiamo la dichiarazione che abbiamo rilasciato a Il Fatto Quotidiano, che giovedì 14 aprile, grazie al lavoro di Tamara Mastroiaco, ha pubblicato un ottimo articolo sulla campagna #STOPOdP e che ha permesso di chiarire la natura e le finalità di questa lotta.

Il concetto stesso di Liberazione viene meno se quella umana e animale non viene accompagnata, in primis, da quella della Terra, che ci ospita insieme ad altre infinite specie animali e vegetali. Abbiamo il dovere di rispettarli e tutelarli. Siamo tutti abitanti dello stesso Pianeta, per questa ragione i crimini che si consumano ogni giorno nel mondo non dovrebbero mai lasciarci indifferenti, vicini o lontani che siano, e dovremmo riflettere sempre su quanto le nostre scelte quotidiane possano aver inciso su di essi. Quella contro il mercato dell’olio di palma non è solo la lotta contro la produzione di questa sostanza, ma contro un sistema che monopolizza e sfrutta ogni risorsa della Terra e la Terra stessa. Uno sfruttamento che riguarda direttamente anche il consumatore in quanto ultimo anello di una catena di crimini ambientali, animali e sociali che egli stesso, ogni giorno, può decidere di finanziare oppure no, rendendosi a sua volta complice o diventando parte attiva di un cambiamento quanto mai necessario.

Una giornata di mobilitazione che è proseguita a Latina, nell’ambito del Libero Orto FolkFest dove è stato allestito un tavolo informativo nel corso della serata.stopodp latinaUna lotta che non si deve arrestare e che ogni persona può portare nella propria città, perché il cambiamento parte da ognuno/a di noi!