Figlie di una repressione minore: verso la sentenza del 9 giugno

Storie di repressione, isolamento, solidarietà che latita e del coraggio di denunciare la verità anche a costo della propria libertà, in un sistema che condanna chi lotta per ideali di liberazione e supporta chi invece specula sulla schiavitù altrui.
Ricordiamo che giovedì 9 giugno alle 14, presso il tribunale di Cagliari, si terrà la sentenza del processo di Carrozza service contro le attiviste antispeciste denunciate per aver diffuso la verità in merito allo sfruttamento animale condotto da questa compagnia.
Lo facciamo pubblicando il comunicato diffuso da una delle due attiviste e il volantino che lancia il presidio di solidarietà che si terrà alle porte del tribunale nel giorno del processo, a partire dalle ore 12.
Un presidio che, in linea con i valori dell’antispecismo, rifiuta e condanna ogni forma di fascismo, razzismo, sessismo, omo-transfobia, invitando chi porta avanti idee di questo tipo a desistere dal partecipare.

Mi fa sempre piacere quando si alza finalmente la voce contro la repressione, in questo caso contro i fogli di via recapitati ad attivist* antimilitarist*, locali e no. Essendo una delle destinatarie di questi provvedimenti, e destinataria con motivazioni leggermente diverse da quelle citate di solito, (infatti a me non si contesta di aver fatto sopralluoghi, ma la pericolosità sociale per diverse denunce per “invasione di base militare”) e facendo parte di quel gruppo di “socialmente pericolosi” appunto, la solidarietà è più che benvenuta come iniziative ad essa legate.
Ma c’è un ma.
Esistono altre azioni giudiziarie contro compagne, e perfino aggressioni fasciste e sessiste che, a torto o a ragione, vengono considerate politicamente assai meno degne di solidarietà.
Parlo ad esempio del processo per diffamazione riguardante lo sfruttamento e il maltrattamento dei cavalli usa e getta di Carrozza service, durante il quale la p.m. ha chiesto 6 mesi di reclusione senza condizionale. Credo che se una cosa del genere fosse successa in altri ambiti si sarebbe gridato allo scandalo, ma siamo in campo antispecista e questo tipo di attivismo, al contrario che in molti altri luoghi – in italia come in europa e un po’ in tutto il mondo, dove si pratica l’intersezionalità delle lotte – a Cagliari e in Sardegna in generale invece non viene riconosciuto come tale, ma come qualcosa di folkloristico, una scelta bizzarra, vista magari con benevolenza, ma mai con dignità politica.
Infatti c’è stata solidarietà da parte di alcun* ma a livello umano, di affetto personale, gruppetto di antispecist a parte, e che, per carità, è una splendida cosa ma non è sufficiente.
Poche parole sull’aggressione con danni ancora non quantificabili (mano e braccio destro ancora paralizzati dopo 23 gg ecc.); non è che la donna ferita sia scivolata per caso su una buccia di banana. C’è stata un’aggressione vigliacca e non era la prima. Dobbiamo aspettare che tirino in casa qualcosa di peggio?
Si tratta in questo caso di una donna che vive sola per scelta e per scelta sceglie di esporsi dando visibilità al suo antifascismo. Questo dà fastidio. Crea reazioni anche, s’è visto, pericolose. E la sensazione che questo fastidio non sarebbe stato lo stesso se al posto di una donna ci fosse stato un uomo è grande. E’ praticamente certezza.
Spiace che le compagne femministe, e solo alcune, (come al solito arriva più solidarietà da fuori della sardegna) abbiano manifestato vicinanza esclusivamente in privato. Come vecchia femminista credo che storiacce come queste non debbano passare sotto silenzio: ne va della possibilità di TUTTE di muoversi e vivere liberamente in città senza bisogno di “scorte” e/o protezione, e senza la paura di trovarsi sotto attacco.
Alla fine del pippone ricordo che il 9 giugno alle 14, al tribunale di Cagliari ci sarà la sentenza del processo Carrozza service srl contro attiviste antispeciste.
Nonostante le grosse difficoltà del periodo cercheremo di organizzare un presidio
Non si possono chiedere sei mesi senza condizionale per un volantino e tutt* zitt e buon* tranne le/i compagn* del continente!carozza service

Aggiornamento del 9 giugno al termine del processo: il fatto non sussiste, le attiviste sono state prosciolte, ora la lotta può tornare in strada.
Fonte: RadioCane