ZAD – 8 ottobre: chiamata alla solidarietà internazionale

Il prossimo 8 ottobre la Zad (Zona da Difendere), occupazione permanente che da anni si pone come baluardo di resistenza contro la costruzione di un mega aereo porto nella città di Nantes, subirà un nuovo attacco nell’ambito dell’operazione “Rendez- Vous”, che prevede lo sgombero forzato di si impegna a tutelare l’area colpita da questo progetto.
Riportiamo l’appello alla resistenza lanciato da chi difende la Zad, che richiedono il supporto fisico da parte di chiunque possa recarsi a Notre-Dame-des-Landes il prossimo 8 ottobre, o l’organizzazione a livello locale di azioni di solidarietà attraverso proteste contro il governo francese o la multinazionale Vinci, che detiene il progetto dell’aereo porto.ZAD_Notre_Dame_des_Luttes

 

Da oltre 50 anni, gli agricoltori e gli abitanti hanno resistito alla costruzione di un nuovo aeroporto nella città di Nantes (dove, tra l’altro, ne è già presente uno).
Ora la multinazionale Vinci vuole ricoprire di cemento questa zona ricca di campi, foreste e zone umide, ridisegnando drasticamente il paesaggio e le abitudini di chi lo abita.
Radicali di tutto il mondo, gli agricoltori locali e gli abitanti dei villaggi, gruppi di cittadini, sindacalisti e naturalisti, i rifugiati e fuggiaschi, squatter e attivisti per la giustizia climatica e molti altri, si stanno organizzando per proteggere i 4000 acri di terra minacciati
dal progetto del mega aereo porto.
I funzionari governativi hanno ribattezzato questo luogo “un territorio rubato alla repubblica”.
Ma chi ha occupato queste terre con l’intenzione di opporsi all’avanzata del cemento e alla conseguente devastazione ambientale la chiama ZAD: Zona da Difendere!
Nell’inverno del 2012, migliaia di poliziotti in tenuta antisommossa hanno tentato di sfrattare la zona, ma hanno affrontato una resistenza decisa e diversificata. L’opposizione espressa culminò con la dimostrazione di 40.000 persone di ricostruire quello che era stato distrutto dallo Stato francese. Meno di una settimana dopo, la polizia è stata costretta a fermare quello che hanno chiamato “Operazione Cesar”.
Negli ultimi tre anni, la Zad si è posta come uno straordinario laboratorio di nuovi modi di vivere, radicati nella collaborazione tra tutti coloro che compongono la diversità di questo movimento. C’è anche un set di 6 punti* (vedi sotto) per ripensare radicalmente il modo di
organizzare e lavorare la terra senza un aeroporto, basato sulla creazione di Comuni, la nozione di utilizzo piuttosto che proprietà e la richiesta che coloro che hanno combattuto per la terra siano quelli che decidono il suo utilizzo.
Ma adesso la Zad è nuovamente sotto attacco, dopo la dichiarazione del primo ministro francese Valls che ha promesso un “Rendez- Vous” per il prossimo ottobre, un’operazione che consiste nello sfratto forzato di tutt* coloro che vivono, lavorano, coltivano la Zad e la
difendono dalla minaccia della costruzione del mega aereo porto.
L’8 ottobre, decine di migliaia di persone si riuniranno sulla Zad per dimostrare che la determinazione del movimento è più forte che mai. Chiediamo a tutti i gruppi e movimenti internazionali di raggiungere la zona l’8 ottobre o mostrare la loro solidarietà con la Zad anche attraverso azioni locali rivolte al governo francese o alla multinazionale Vinci.
L’aeroporto non sarà mai costruito. La vita sulla Zad continuerà a fiorire!
*I 6 punti per il futuro della ZAD
Poiché non vi sarà alcun aeroporto …
Una volta che il progetto verrà abbandonato noi vogliamo:
1. Che gli abitanti, proprietari o inquilini che fanno parte di un acquisto o di un ordine di sfratto obbligatorio possano rimanere sulla zona e recuperare i loro diritti.
2. Che gli agricoltori colpiti e che si rifiutando di piegarsi alla volontà di AGO-Vinci, possano continuare a coltivare liberamente le terre che usano e recuperare i loro diritti al fine di perseguire il loro lavoro in buone condizioni.
3. Che i nuovi abitanti che sono venuti nella ZAD, prendendo parte alla lotta, possano rimanere sulla zona. Che tutto ciò che è stato costruito dal 2007 come parte del movimento di occupazione in termini di esperimenti in agricoltura alternativa, case auto-costruito o abitazioni temporanee (capanne, yurte, roulotte etc.) e le forme di vita e di resistenza, possano rimanere e continuare.
4. Che le terre che ogni anno vengono ridistribuiti dalla Camera di agricoltura per AGO-Vinci, sotto forma di contratti di locazione precarie, siano gestite da un corpo appartenente al movimento di resistenza che riunisca tutti i suoi elementi. In modo che siano i movimenti anti-aeroportuali, piuttosto che le istituzioni normali, a decidere sugli usi di questa terra.
5. Che queste terre possano rappresentare nuovi progetti agricoli o non, che siano essi autorizzati o meno, e non per l’espansione delle aziende agricole già esistenti.
6. Che questi accordi possano diventare una realtà attraverso la nostra determinazione collettiva, risolvendo assieme tutte le problematiche che ne possano impedire la realizzazione.
Stiamo già lavorando per la semina e la costruzione di un futuro senza un aeroporto nella nostra unità. Spetta a tutti noi, a partire da oggi, garantirle prosperità.

Fonte: Earth First