Francia: appello per difendere l’occupazione anti-nucleare nella foresta di Bure

Per rendere le cose ancora più difficile per Andra, ho deciso di tenere la mia festa di compleanno proprio qui, in questa luogo della foresta occupato. Il mio compleanno è il 13/12 e, naturalmente, sarà una festa a tema. E visto che pare debba prepararmi per lo scontro con il partito il blu, penso di iniziare a festeggiare in anticipo. Entra, porta la tua birra e un sacco di amici!

Questo è l’invito/appello diffuso da Sven Lindstrom, il primo occupante ufficiale dei boschi di Lejuc, vicino al villaggio di Bure in Francia, in quanto l’attivista recentemente ha cambiato il proprio indirizzo per risultare un residente della foresta che sta difendendo.bure2
Sven, come hanno fatto tante altre persone in questi ultimi mesi, si è accampato in cima ad alcuni alberi della foresta minacciata dalle operazione della multinazionale Andra che, tramite la sua affiliata CIGEO, progetta di convertirla in una discarica per rifiuti nucleari.
CIGEO (centro industriale di stoccaggio geologico) è una società francese che, per conto di Andra, ha avviato questo progetto di stoccaggio (sepoltura) di rifiuti radioattivi in formazioni geologiche profonde.
Il progetto, che costerà tra i 15 ei 36 miliardi di euro da dividere tra investimenti pubblici e privati, prevede la sepoltura dei rifiuti radioattivi provenienti da tutti gli impianti nucleari francesi.
Questa discarica sorgerebbe nel cuore di una foresta di 220 ettari, strategicamente importante per Andra perché adiacente ai 300 chilometri di tunnel sotterranei già esistenti e che verrebbero utilizzati per lo stoccaggio delle scorie.
Le proteste, le azioni di boicottaggio e i blocchi per impedire la realizzazione di questo progetto si sono intensificati a partire dal giugno scorso, a seguito dell’occupazione del cantiere da parte di qualche centinaio di persone che, dopo un picnic, hanno dato vita ad un presidio.
Il 24 novembre, capovolgendo la decisione presa il primo agosto scorso che vietava alla multinazionale Andra di procedere con l’abbattimento degli alberi, il ministero dell’ambiente ha dato il via libera per lo studio di impatto ambientale.
Il 15 dicembre prossimo è in programma l’udienza decisiva che determinerà se i lavori potranno iniziare oppure no, ma la valutazione di impatto ambientale richiesta dal ministero rappresenta solo una formalità per un processo che pare già avviato.
Le operazioni di deforestazione potrebbero iniziare anche senza la necessità di attendere l’udienza del 15 dicembre, portando all’esproprio forzato di chi sta occupando i boschi per difendere la Terra da questa ennesima minaccia.
L’appello, per chi ne ha la possibilità, è quello di recarsi a Bure in queste settimane per incrementare la resistenza attiva contro la multinazionali nucleare e il seguito di forze dell’ordine che si porranno a sua difesa.
I/le resistenti necessitano di attrezzatura per le occupazioni sugli alberi, tende, corde, cibo e coperte.
L’invito, per chi non può recarsi fisicamente a Bure, è quello di prendere posizione in merito alla resistenza che si sta creando, esprimendo solidarietà tramite un comunicato o spedendo direttamente una cartolina a Sven, scrivendo all’indirizzo Le Haut Chemin, 55290 Mandres-en-Barrois, Francia.
La lotta per difendere i boschi di Lejuc è quella per la liberazione della Terra, un’espressione di resistenza che si va a sommare a tutte quelle dimostrazioni di opposizione a chi vede il Pianeta come il proprio supermercato personale o, nel caso di Bure, la propria discarica.
Una resistenza che, direttamente o indirettamente, deve ricevere il sostegno di tutt*, al fine di supportare la lotta di chi mette il proprio corpo a difesa della Terra, per la sua liberazione e di chi la abita.

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