Dal nazismo al capitalismo, da IG Farben a Monsanto-Bayer

IG Farben era il nome di quella che all’inizio era un’azienda tedesca prevalentemente produttrice di tinture e colori.
Nel 1925, però, quello divenne il titolo che andava ad identificare un conglomerato di compagnie tedesche che contribuirono allo sviluppo del settore chimico, facendo di IG Farben una delle prime multinazionali produttrice di armi di distruzione di massa attraverso la fornitura alle truppe naziste di Hitler dello Zyklon-B: sostanza nervina utilizzata nelle camere a gas dei lager.
Tra le compagnie che contribuirono alla realizzazione dello Zyclon-B, avviando quel processo (oggi meglio noto come sperimentazione animale) che prevedeva l’utilizzo di cavie umane (deportati) per i test necessari alla messa in commercio del gas, c’erano la Badische Anilin- und Sodafabrik AG, oggi conosciuta come BASF, e la Farbenfabriken vorm. Friedr. Bayer & Co., oggi nota come Bayer: due tra le multinazionali leader del settore agro-chimico e farmaceutico che con Monsanto, Syngenta, DuPont e Cargill gestiscono il monopolio di semi ogm e pesticidi.

L’allora stabilimento della IG Farben con sede a Francoforte.

Le sperimentazioni condotte da queste multinazionali in epoca nazista non sono mai terminate, hanno solo cambiato forma e destinatari, applicandosi su scala mondiale tramite test che avvengono nel quotidiano, più o meno alla luce del sole, su terre e viventi senza distinzione di specie.
Ogni anno sono 200.000 le persone in tutto il mondo a morire a causa dell’esposizione, diretta o indiretta, ad erbicidi, pesticidi e sostanze chimiche similari, a cui si aggiungono le incalcolabili perdite tra gli animali non umani e i vegetali a causa dell’avvelenamento sistematico della Terra.
Alla moria di api, farfalle monarca e insetti in generale a causa della diffusione dei neonicotinoidi (classe di erbicidi prodotti da Basf, Syngenta e Bayer), vanno aggiunte le morti pressoché quotidiane di tutti quei viventi che entrano in contatto con monocolture geneticamente modificate, falde acquifere e risorse idriche contaminate, aree verdi avvelenate che a loro volta si uniscono alle vittime di un sistema tossico.
Un recente caso verificatosi in Oregon permette di chiarire come quella dell’agrotossico sia una minaccia che colpisce trasfersalmente ogni abiatante (animale o vegetale) della Terra.
La US Highway 20, autostrada che percorre la Deschutes National Forest, è diventata il cimitero per oltre 1000 ponderose (pini gialli) morti a causa della diffusione nella zona ormai da diversi anni di un diserbante prodotto da Bayer utilizzato per eliminare le erbe spontanee, applicazione nella quale ultimamente è stato dirottato anche il glifosato, principio attivo dell’erbicida Roundup prodotto e commercializzato da Monsanto.
Il glifosato, recentemente, ha iniziato a perdere efficacia nel trattamento delle monocolture geneticamente modificate, appositamente create per “sopportare” l’erbicida in questione, che però da qualche anno ha visto la vegetazione spontanea resistere al suo impiego spostando così il suo utilizzo al trattamento di campi sportivi, giardini e aree urbane per giustificarne il commercio.
Per questo motivo nel 2016 Monsanto, che in quei giorni muoveva i primi passi verso la fusione con Bayer, strinse parallelamente un accordo con DuPont per la produzione di un nuovo erbicida: il Dicamba.
Sostanza chimica che si trova nei marchi Banvel, Diablo, Oracle e Vanquish, il Dicamba è un diserbante oggi abitualmente utilizzato sulle colture di segale, asparagi, orzo, mais, avena, soia, canna da zucchero e grano, ma progettato in origine per il trattamento della soia geneticamente modificata Roundup Ready 2 Xtend fornita da Monsanto, studiata a sua volta per resistere a l’applicazione del pesticida in questione che ha lo scopo di distruggere quelle erbe infestanti che hanno sviluppato resistenza agli erbicidi di vecchia generazione.
Dal regime nazista a quello capitalista il passo è breve, le vittime cambiano, aumentano, gli obiettivi mutano, ma il fine è sempre lo stesso: schiavizzare e sfruttare chi viene ritenuto “inferiore”, dominare e ottenere il monopolio delle risorse di cui la Terra dispone per poter controllare le masse e veicolare i guadagni.

PP

Fonte: MAM