Un’epidemia chiamata pesticidi

I pesticidi continuano a mietere vittime tra la popolazione della Terra, anche quelli il cui utilizzo dovrebbe essere ormai vietato da tempo in quanto riconosciuti come sostanze cancerogene o, come nel caso del Paraquat, stimolatori del gene che scatena il morbo di Parkinson.
Vietato in Europa, nonostante sia utilizzato dalla multinazionale svizzera Syngenta per produrre l’erbicida Gramoxone, il Paraquat viene regolarmente impiegato in Sud America che vede nell’Argentina il territorio maggiormente avvelenato da queste sostanze, sopratutto a causa delle operazioni condotte da Monsanto con la diffusione della soia geneticamente modificata e del glifosato, principio attivo del Roundup.
Il Paraquat, che in Argentina viene regolarmente utilizzato sulle piantagioni di soia, mais, frumento, cotone, riso, pomodoro, sorgo e canna da zucchero, molto spesso è mischiato proprio al glifosato al fine di aumentare l’azione dissecante di queste sostanze impiegate per il controllo delle erbe infestanti e accelerare i raccolti.
Cocktail di pesticidi che spesso vengono impiegati all’insaputa dei contadini stessi, in quanto non vengono doverosamente informati sul reale contenuto dei fusti utilizzati per trattare i terreni agricoli.
Una realtà, questa, denunciata da Fabian Tomasi, ex affumicatore rurale che attraverso la sua storia personale ha portato alla luce i danni provocati dai pesticidi nella regione argentina di Entre Rios, che ora lo costringono in fin di vita.
Una diffusione incontrollata di pesticidi che recentemente ha colpito La Pampa, in Argentina, dove 200 mucche sono decedute dopo aver bevuto acqua che era stata contaminata dal Paraquat precedentemente utilizzato su un terreno agricolo, provocando una violenta emorragia interna che ha causato la morte immediata degli animali.mucche morte x erbicida
Non si tratta di un fatto isolato, ma della realtà di ogni giorno, frutto di un sistema industriale che dalla rivoluzione verde ad oggi non ha fatto altro che colonizzare foreste convertendole in terreni agricoli sui quali diffondere le sostanze chimiche citate, vera fonte di guadagno delle multinazionali del settore.
Un processo che negli anni ha contaminato in maniera ormai irreversibile l’aria e le risorse idriche della Terra, mettendo a rischio di sopravvivenza anche quelle specie animali che dovrebbero potersi considerare libere.

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