Dall’Ontario a Barcellona: storie di liberazione animale

L’antispecismo è cultura, pensiero, azione e, soprattutto, rispetto della vita.
L’azione antispecista si può esprimere in diversi modi: da come decidiamo di condurre la nostra vita personale e il modo in cui la proiettiamo sull’ambiente che ci circonda e su chi lo abita, vicin* o lontan* che sia; attraverso iniziative di piazza atte a diffondere informazione pulita per la liberazione animale, umana e della Terra; tramite azioni dirette volte a difendere l’ambiente che ci ospita o a liberare chi è soggetto a discriminazione, sfruttamento, schiavitù.

Ultimamente abbiamo segnalato molte iniziative, in corso o in via di sviluppo, dedicate a difendere l’integrità e la libertà dei territori, sempre più minacciati dalle catene di quell’industria (nucleare, dei combustibili, alimentare, mineraria, del legname, delle infrastrutture etc.) che calpesta ogni angolo della Terra per il mero guadagno.

L’azione di liberazione della Terra rappresenta già quell’idea di liberazione totale alla quale bisogna puntare, in quanto preservare una foresta, renderla libera da industrie, ruspe, cemento, allevamenti, agricoltura intensiva, garantisce la presenza di territori dove animali e popolazioni possono vivere a loro volta liberi da quel processo di devastazione che colpisce tutt*.
Ma la liberazione terrestre, oltre a prevedere la rottura di quelle prigioni mentale nelle quali il sistema specista ci ha spinto, passa anche attraverso alla rottura di quelle fisiche, che si tratti di detenzione umana o animale.

Oggi quindi vogliamo riportarvi due episodi che raccontano la nonvita degli animali rinchiusi negli allevamenti, ma anche l’impegno di chi si prodiga affinché certe immagini possano essere diffuse, e le vite siano rimesse in libertà.
Il primo report riguarda un’indagine svolta all’interno di due diversi allevamenti di animali da pelliccia in Ontario, Canada, nell’estate del 2015, dove ad essere rinchiusi sono i visoni.
Le testimonianze riportate parlano di animali detenuti in gabbie molto strette, con ferite aperte, costretti a sguazzare nei propri liquami, nutriti con cibo putrefatto già attaccato dai vermi e alcun accesso a risorse idriche, una realtà tipica di ogni allevamento.

Il 20 settembre scorso, invece, in una provincia di Barcellona è stata portata a termine la liberazione di venti conigli da una fattoria.
Il gruppo che ha condotto questa azione rivendicandola come Fronte per la Liberazione Umana e Animale, si augura che questo possa essere un monito per altri gruppi affinché gli atti di liberazione possano riprendere con un certo ritmo.

In Catalogna, infatti, la crisi ha colpito gli allevamenti di conigli, in molti hanno chiuso e questo ha causato un calo dell’attenzione verso chi comunque continua a essere rinchiuso, sfruttato e ucciso a causa dell’industria della carne e dei derivati animali, o di quella della vanità.
Blocchi, sabotaggi, liberazioni, sono tutte azioni di nonviolenza attiva volti a impedire quei processi di sfruttamento ambientale, animale e umano che si consumano ogni giorno, e che insieme al lavoro di informazione pulita per la responsabilizzazione e il risveglio della coscienza di ogni singolo individuo, tracciano il percorso verso la liberazione terrestre.

Fonti: Earth FirstFree Collective

2 thoughts on “Dall’Ontario a Barcellona: storie di liberazione animale

  1. Bell’articolo, complimenti ai redattori, si è concentrato in una breve stesura l’intero senso delle lotte per la liberazione totale.

    • Grazie mille, siamo felici di sapere che il messaggio è passato, ci preme molto parlare di queste tematiche e di liberazione terrestre, se dovessi avere qualche notizia da segnalarci sarà nostra premura darle visibilità!

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