Liberazione

Oggi celebriamo la liberazione dal nazifascismo, da un’espressione di violenza e oppressione di un popolo sull’altro, ricordando e omaggiando chi ha lottato e sacrificato la propria vita per la difesa degli ideali di libertà, uguaglianza e pace.25aprile1

Ma la giornata di oggi deve anche servire a riflettere sul momento storico attuale, affinché questi ideali non vengano persi nel tempo, ma, anzi, fortificati ed estesi affinché siano riconosciute e combattute le moderne forme d’oppressione e fascismo.

La liberazione dall’oppressore, da ogni forma di prigionia, discriminazione e persecuzione è il concetto inalienabile su cui deve fondare la società del futuro. L’epoca nella quale ci troviamo ad alcuni magari potrà sembrare “libera”, ma la realtà è che esistono nuove forme di fascismo, oppressione e discriminazione, che vanno capite e combattute al fine di spezzare ogni catena.

L’oppressore ha più di un volto, ma nel peggiore dei casi non possiede neanche quello, accuratamente celato dietro il nome di una multinazionale, di una grande corporazione.

Ogni giorno, nel mondo, spesso con il nostro tacito, inconsapevole consenso, si consumano atti d’oppressione nelle forme più varie, come il neocolonialismo (land grabbing). Una pratica cara alle grandi corporazioni, che sta colpendo sempre più territori nel nome della sovrapproduzione, del guadagno di pochi e l’impoverimento di molti.

Realtà, queste, che si consumano giornalmente in Congo, ad esempio, dove l’estrazione del minerale coltan, impiegato nella produzione di telefoni cellulari e pc, costa alle persone del luogo la libertà e spesso la vita a causa delle efferate guerre civili strategicamente alimentate dalle multinazionali del settore. Il Sud-Est asiatico e il Sud America, dove le persone vengono costantemente strappate dalla propria casa e private della terra a fini industriali, per ingrassare un mercato già saturo che agisce a senso unico.

Assistiamo ad atti di oppressione ogni volta che un operaio perde la vita sul posto di lavoro che, spinto dalla disperazione generata da questo sistema schiavista, è costretto ad accettare per poter sopravvivere e magari mantenere un’intera famiglia.  Proprio ieri è stato commemorato il primo anniversario della tragedia del Rana Plaza in Bangladesh, il crollo della fabbrica tessile gestita da marchi occidentali come Benetton, in cui persero la vita 1138 persone.benetton dacca                      

Le forme di fascismo moderno hanno il volto delle violenze rivolte ad un ragazzo pestato a sangue per aver espresso il proprio amore ad un altro ragazzo.
Assistiamo a forme di oppressione ogni volta che una tribù indigena scompare nel silenzio senza che di loro resti più traccia né memoria, a causa delle opere volute da quest’idea di falso progresso che avvelena il pianeta. Ogni volta che una foresta scompare per far spazio a una nuova industria o a grandi, inutili opere, che però hanno dato vita alle espressioni di resistenza più pure della nostra epoca: il movimento notav e quello NoMuos, esempi lampanti di come l’oppressore non ha avrà mai vita semplice.

Siamo testimoni, spesso ignari e inconsapevoli, anche a causa del sistema industriale che porta a delegare ad altri l’atto ultimo della violenza, di forme di discriminazione e oppressione ogni volta che un animale perde la vita: che sia esso prigioniero di un allevamento, un laboratorio di vivisezione, vittima della caccia, della pesca o della deforestazione.

Non vi sarà vera liberazione fino a quando ogni gabbia sarà cancellata, ogni essere vivente rispettato e considerato alla pari degli altri. La liberazione umana non può prescindere da quella animale e terrestre, siamo tutti parte dello stesso pianeta.  L’Ambiente che ci circonda è determinato anche da noi, abbiamo la possibilità di preservarlo o il potere mostruoso di distruggerlo diventando a nostra volta oppressori nei confronti della sopravvivenza di altre specie e popoli.

Celebriamo oggi la liberazione dall’oppressore, applichiamo questo concetto sulle azioni che svolgiamo ogni giorno, responsabilizzando le nostre scelte affinché gli ideali di libertà e uguaglianza possano vincere su tutto il resto perché ogni forma di schiavitù e discriminazione venga spezzata.

Lotta all’oppressore ora e sempre, ora e sempre RESISTENZA!

 

One thought on “Liberazione

  1. Parole che devono toccare le coscienze…da pasionaria della Resistenza quale sono,pensare a quante libertà vengono calpestate nell’indifferenza o quasi di un sistema basato sul mantenere il più possibile ignare le masse…fa rabbrividire! Orgogliosa e fiera di andare controcorrente e di resistere…SEMPRE!

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