Questa è la vera coppa del mondo

Il testo che segue è la testimonianza di persone che in questi mesi stanno lottando per difendere i lavoratori e la popolazione di Rio de Janeiro, terrorizzata dallo stato brasiliano che nel nome della FIFA WorldCup assedia città e favelas con militari e carri armati.
Quello che possiamo fare noi? Offrire il nostro supporto dando voce a chi sta subendo questi atti di oppressione a causa di un evento “sportivo”, fare in modo che queste testimonianze circolino e dal 12 giugno spegnere il televisore. Seguire il mondiale di calcio 2014 significa giustificare le violenze subite da mesi dal popolo brasiliano e, di fatto, rendersi complici dei crimini che sono stati commessi ai loro danni.brasil homles

L’indifferenza promuove la violenza e fortifica l’oppressore. La neutralità è complicità. Boicottiamo il mondiale 2014 affinché fatti come questi non si ripetano tra qualche anno in altri paesi: #IONONLOGUARDO

“Pacificare” Rio de Janeiro e l’esodo degli abitanti della favela

Una processione di bambini, insieme alle proprie famiglie, che trascinano con sé i resti delle case abbandonate, materassi, coperte e borse in un’odissea notturna attraverso il centro della città di Rio come rifugiati che passano il confine si sta dirigendo per asilo alla Cattedrale della città che ospiterà la prossima Coppa del Mondo.
In migliaia sono stati sfrattati dal palazzo di Telerj abbandonato tempo fa, in Engenho Novo. Da sei differenti favelas della regione hanno cercato uno spazio vivibile in questa città dove i prezzi sono saliti vertiginosamente e, in una settimana, hanno investito le loro risorse nella costruzione di rifugi in legno. Le truppe d’assalto della polizia militare di stato di Rio, che hanno violentemente represso ogni protesta politica dal giugno 2013, sono state sguinzagliate contro famiglie con molti bambini piccoli e persone anziane. Hanno lanciato bombe da aerei a bassa quota, dato fuoco ai rifugi con lanciafiamme e spruzzato una marea di agenti chimici agli adulti così come ai bambini. Quattro bambini sono stati dichiarati morti, ma questo potrebbe non essere ancora del tutto certo.

La UPP (Unione di Polizia Pacificatrice) di stato di Rio ha installato nelle favelas della zona meridionale della città un programma di sfratto graduale, nel processo di gentrificazione. Altre aree invece sono state demolite per far spazio a parcheggi per lo stadio e nuove autostrade. Molti  degli sfrattati dall’edificio di Telerj sono stati sfrattati da altre aree.
Circa 300 sfrattati , metà dei quali bambini, hanno dato vita ad un campo davanti al municipio. Ancora una volta, la soluzione della città si è risolta in manganellate e aggressioni da parte della Guardia Municipale e della Polizia Militare.
I rifugiati hanno messo alla prova i principi cattolici. Tutte le celebrazioni pasquali sono state annullate a causa dei “rischi per la sicurezza”, inclusa la colazione del weekend per i senzatetto, con la quale i rifugiati hanno condiviso il cibo donato dagli attivisti.

Questo video, di Paula Kossatz e Kathia Schilirò, tardotto in lingua inglese, documenta la testimonianza di una donna senza fissa dimora , che sta occupando il municipio di Rio in segno di protesta dopo essere stata sfrattata sotto la minaccia delle armi dalla propria casa.

Invece di fornire case, scuole, ospedali alla popolazione, tutte strutture di cui il Brasile ha assoluto bisogno, lo stato procede con questi atti di repressione che non fanno che impoverire un popolo che è già costretto a vivere in condizioni di emergenza: 13 mila brasiliani soffrono la fame. Mentre le persone vengono lasciate per strada, senza cibo e vittime di violenza, sono stati spesi 30 miliardi di dollari per la realizzazione dell’evento “sportivo”.

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fonte: Revolution News!

7 thoughts on “Questa è la vera coppa del mondo

  1. Veramente tragica la mancanza di senso dell’umanità che anima una certa parte di brasiliani, non guarderò di certo neanche una partita e cercherò di dirlo a tutti gli amici e conoscenti.

  2. ma fino allo scorso anno in brasile tutto rose e fiori??? non se sbatteva un cazzo di nessuno, eppure povertà favelas soprusi della polizia sporcizia maltrattamenti ci sono sempre stati. ma benvengano i mondiali cazzo! almeno una volta ogni 4 anni si guarda fuori dal proprio giardinetto

    • Il problema è che tutto questo si è ingigantito dopo l’assegnazione dei mondiali al Brasile. Quindi se permette è il minimo protestare!

  3. con questo sia chiaro. è giusto condannare i soprusi, ma non solo ogni 4anni dando la colpa al calcio

    • Nessuno sta dicendo che fino all’anno scorso fosse tutto rose e fiori. E dire che “non se sbatteva un cazzo di nessuno” ci pare un po’ offensivo nei confronti di tutti quelli che, invece, lavorano da tempo per far sapere anche in questa fetta del mondo quale sia la vera situazione brasiliana (e non solo), anche perché altrimenti tu non ne saresti stato al corrente, così come non ne saremmo stati al corrente noi e molti altri.
      Da qui, però, ad arrivare a dire “ben vengano i mondiali”, ci pare un po’ grossa: solo perché già prima esistevano favelas, prostituzione, repressione in nome di un’immagine più puilta per il turismo… allora che c’importa se in vista dei mondiali hanno amplificato tutto? Che discorsi sono?! Non ci pare, poi, che i brasiliani là che protestano siano molto del parere tuo… quanto piuttosto del nostro.
      Cerchiamo di ragionare e di non cadere nel solito tranello all’italiana: piantiamola di lamentarci e basta (è la cosa più semplice da fare al mondo, forse la prima che si impara a fare sin dalla nascita!) e cominciamo anche ad alzarci dalla sedia e a protestare ATTIVAMENTE contro tutto ciò che non ci va a genio.
      E se l’occasione sono i mondiali di calcio… bene, allora sì: ben vengano i mondiali!

  4. E poi commenti sul fatto che proteste in Brasile prendono piede e ti si risponde ” Speriamo che non diano fastidio alle partite ” ….. Veramente? Siamo diventati così freddi e così poco altruisti che non vediamo più oltre ciò che ci fa comodo ? Ne ha fatta di strada il “Matrix ” per ridurci così …. Fortuna che c’è ancora qualche “umano ” che riesce a vedere dietro le quinte .
    Fuck the system , fuck the machine

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