L’OMOLOGAZIONE PORTA SOLO ALL’ESTINZIONE

esempio di monocoltura

Negli ultimi mesi abbiamo cercato di occuparci spesso del tema degli OGM, che poi inevitabilmente aprono un’altra serie di questioni quali l’utilizzo di pesticidi e prodotti chimici nelle agricolture e i rischi e i danni che comporta convertire terreni rigogliosi in monocolture.
Parliamo spesso di questi argomenti perché non è possibile racchiudere tutto quello che ci sarebbe da dire in merito in un solo articolo, perché quotidianamente escono nuove notizie e aggiornamenti a riguardo e perché vogliamo puntare il riflettore il più possibile su chi fa i propri interessi a discapito della salute generale.
Le coltivazioni di organismi geneticamente modificati mettono infatti a rischio la salute di tutti, compresi i terreni nei quali vengono impiantate; un seme OGM è frutto di studi e test su molte varietà di quella stessa specie, test mirati a ottenere un risultato che resista ad agenti climatici e all’attacco di insetti e parassiti.
Il mercato attuale, quello portato avanti da multinazionali come la Monsanto, predilige una produzione massimizzata: il loro unico interesse è quello di produrre il più possibile senza preoccuparsi dei danni che possono provocare e questo riesce loro più facile generando colture tutte uguali l’una all’altra.
L’omologazione del mercato non ha conseguenze solo sui prodotti agricoli, ma anche sulle persone: esso infatti crea tanti schiavi al servizio delle grandi corporazioni, tra chi coltiva e chi consuma.
Ecco un esempio recente…

vogliamo un’Europa libera dagli OGM!
Libera dalle pressioni di queste corporazioni!

La Monsanto ormai da tempo spinge perché anche in Europa venga approvata la legge statunitense che assegna la proprietà dei semi a chi li scopre: in questo modo, essi non saranno più un bene comune, e chi li utilizzerà nelle proprie agricolture dovrà pagare gli interessi a chi li ha scoperti.
Perché tutto questo? Le multinazionali sementifere, attraverso le continue ricerche che compiono in campo agroalimentare, puntano a scovare qualità dimenticate o che non hanno ancora subito registrazioni in modo da poterle fare loro assicurandosi così sempre un guadagno, a discapito dei piccoli agricoltori, che in questo modo saranno costretti a pagare vere e proprie tasse ai loro enormi concorrenti, impoverendosi sempre più, semplicemente per continuare a fare quello che da sempre hanno fatto.

Un mito da sfatare (stranamente in questo caso la Monsanto non centra) è quello del Kamut, sbandierato come grano riscoperto, ottimo per chi soffre di celiachia… ma non vi è nulla di vero in tutto questo.
Il Kamut, un marchio registrato esattamente come può essere la Coca Cola o la Mulino Bianco, non è stata altro che l’ennesima operazione di marketing per mettere in commercio un prodotto in monopolio.
Il suo vero nome è grano Khorasan, o grano grosso, di cui esistono coltivazioni anche in Italia: esso possiede buone proprietà nutrizionali, ma sempre di frumento stiamo parlando, quindi non è adatto a chi soffre di celiachia.

Abbiamo citato questo caso prima di tutto per fare un po’ di chiarezza intorno al Kamut, ma anche per spiegare in modo pratico come avvenga la privatizzazione (termine che usiamo per rendere l’idea) dei semi e cosa comporta.

cotone Bt

Spesso le multinazionali per i propri affari scelgono paesi in via di sviluppo nei quali è più facile imporsi date le condizioni di povertà in cui si trovano a vivere diversi popoli e la conseguente disponibilità nei loro confronti dei governi locali; è il caso dell’India, dove la Monsanto tra il 1997 ed il 2010 ha soppiantato le coltivazioni di varietà di cotone locale con quello Bt geneticamente modificato da essa prodotto.
Queste aziende attirano i piccoli agricoltori, offrendo loro la prima fornitura di semi, promettendogli che con quel prodotto avranno rese migliori, il raccolto sarà più proficuo, non dovranno preoccuparsi dei parassiti e dei cambiamenti climatici.
Il problema è che il seme in questione è sterile, non si riproduce, rende sterili anche i terreni, così i piccoli contadini sono costretti a tornare dalla grande multinazionale che questa volta dà un prezzo al proprio prodotto, prezzo che però spesso queste persone non si possono permettere.
Privati così delle proprie terre, unica loro fonte di sostentamento, si stima che in quel periodo in India 250.000 agricoltori si siano suicidati.

terreni aridi in India

Oltre al dramma sociale vi è da segnalare quello ambientale, i terreni nei quali vengono impiantate queste colture muoiono, privati della fertilità dalla coltivazione di semi che non contengono vita al loro interno. I nuovi parassiti che intanto si erano abituati a resistere agli OGM si moltiplicano, l’uso di pesticidi viene decuplicato e gli animali domestici e addomesticati muoiono inspiegabilmente dopo aver pascolato tra i residui del cotone geneticamente modificato.

Questo è solo uno dei drammatici esempi che si possono fare per spiegare quanto sia dannoso il mercato degli OGM e l’operato di queste multinazionali.
La distribuzione di semi geneticamente modificati nei raccolti assicura loro di poterne vendere altri a chi ha accettato di utilizzarli e insieme a quelli grosse quantità di pesticidi, diserbanti ed erbicidi tossici per ambiente e persone, così, mentre le grandi aziende si arricchiscono, i contadini, gli animali delle zone interessate e i consumatori di tutto il mondo muoiono avvelenati.

Fortunatamente,  qualche giorno fa ci è giunta una notizia che fa sperare e rallegra: il 26 novembre, il Perù ha approvato una legge che vieta l’impiego di ingredienti geneticamente modificati nel paese! 
Nonostante il governo precedente abbia spinto in passato per la legalizzazione degli OGM, i peruviani oggi hanno deciso di proteggere le loro specie native, come le patate peruviane, il mais bianco gigante e il mais viola!
Dovremmo prendere esempio dai peruviani e protestare per far valere i nostri diritti, affinché anche l’Unione Europea si ricordi che dovrebbe tutelare NOI e non le grandi corporazioni!!!

Siamo lieti del duro colpo che accuseranno grazie ai coraggiosi peruviani multinazionali del veleno e dell’inganno!