Monsanto chiuderà, in un modo o nell’altro

Qualcosa sta cambiando, qualcosa si muove da diverso tempo ormai, frutto di una maggiore coscienza dei problemi da parte dell’opinione pubblica e della conoscenza di chi questi problemi li causa.
Monsanto, una delle multinazionali più grandi al mondo che da anni tenta di ottenere il monopolio sui semi al fine di controllare l’alimentazione mondiale, sente aria di crisi, sia per la controinformazione pulita che molte realtà si impegnano a fare da diversi anni sia per le azioni di sabotaggio come quella che si è consumata qualche giorno fa in Francia.
Un incendio ha infatti distrutto uno degli stabilimenti della multinazionale statunitense presenti sul territorio francese, un paese dove l’opposizione a Monsanto si è fatta sempre più pressante negli ultimi mesi.

Foto: Anti-Media

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Lo stato francese a giugno aveva annunciato che avrebbe bandito la vendita dell’erbicida Roundup, uno dei prodotti di punta della Monsanto, in seguito alla grande richiesta pubblica e la comprovata tossicità della sostanza chimica che causa il cancro.

Successivamente la Francia ha dichiarato che si sarebbe impegnata nel rafforzare i divieti alle colture geneticamente modificate.
Queste prese di posizione e il recente incendio rafforzano il desiderio dell’opinione pubblica di cacciare Monsanto fuori dalla Francia, dall’Europa e, perché no, dal mondo intero.
Una resistenza che fa da eco a quelle proteste che sono diventate il simbolo della lotta contro questa multinazionale e che vedono le loro origini in Argentina, a Malvinas, dove da oltre due anni esiste e resiste un presidio permanente contro Monsanto.
L’Argentina è uno dei paesi ad aver subito maggiormente i crimini condotti da Monsanto, sia a livello ambientale, con il 70% dei territori colonizzati a monocolture di soia geneticamente modificata, sia per quanto riguarda la salute della popolazione: numerose persone infatti, anche bambin*, sono morte a causa dei veleni diffusi sui campi.
Ma il recente incendio è appena la punta dell’iceberg che riguarda gli attuali problemi attraversati da Monsanto.
La compagnia di recente si è mossa per chiudere tre edifici di ricerca per risparmiare denaro in seguito a un calo dei profitti. Da quel che ha riportato Reuters la scorsa settimana, i centri di ricerca di Monsanto a Middleton (Wisconsin), di Mystic (Connecticut) e il Research Triangle Park (North Carolina), saranno presto chiusi per tagli al bilancio.
Nell’ultimo trimestre Monsanto ha già perso 156 milioni di dollari; questo ha portato la multinazionale a tagliare 2.600 posti di lavoro, circa il 12% della sua forza lavoro, nel tentativo di ridurre i costi di gestione.
Il momento è caldo, la lotta ai crimini condotti dalle multinazionali deve intensificarsi, attraverso un’informazione che mostri il vero volto di queste aziende, e tramite azioni di blocchi e sabotaggi che minino le operazioni di chi gioca con la salute della Terra e la libertà di chi la abita.

Fonte: Earth First