Perù: le foreste divorate dalle piantagioni di cacao

L’olio di palma, come spesso abbiamo sottolineato, non è la sola causa di deforestazione ad affliggere la Terra: ogni produzione intensiva e monocoltura porta con sé questo fenomeno che si abbatte prevalentemente sulla fascia tropicale del pianeta, dove il clima permette di massimizzare le produzioni.
Nascosta nel nord-est del Perù sta prendendo forma una piantagione di cacao che ha già divorato migliaia di ettari di foresta pluviale primaria, in un paese che negli ultimi quindici anni ha visto un incremento della deforestazione a causa non solo della suddetta coltura ma anche per quelle di caffè e di palma africana.

La deforestazione nella piantagione Stati Cacao nel 2013. Foto: Leoncio Ramirez via Panoramio.

La deforestazione nella piantagione Stati Cacao nel 2013. Foto: Leoncio Ramirez via Panoramio.

La piantagione di cacao, di proprietà della United Cacao, che ha iniziato le opere di deforestazione nel 2013 facendo registrare da allora a oggi, grazie alle immagini satellitari, una perdita di circa 2.400 ettari di foresta, si estende per 32 chilometri dal Rio delle Amazzoni sino alla città di Iquitos, la più grande del dipartimento di Loreto.
Come nel caso del mercato dell’olio di palma, la multinazionale in questione sostiene che si tratta di una produzione “sostenibile” di cacao, ma mentre la United Cacao giustifica il proprio operato dichiarando che le piantagioni in questione si sono sviluppate su terreni usati in precedenza per scopi agricoli, le indagini condotte dall’Osservatorio Carnegie Airborne della Stanford University mostrano che in precedenza l’area era ricoperta di un fitto e indisturbato tratto di foresta pluviale.
Nel dicembre 2014, il governo peruviano aveva ordinato a U.C. di fermare lo sviluppo della piantagione di cacao, oltre ad altri due progetti che prevedevano l’avviamento di monocolture di palme da olio nel sud del Perù, appellandosi ai danni ambientali derivati da queste operazioni: principalmente emissioni di gas serra causate dalla deforestazione, inquinamento delle falde acquifere.
L’appello ovviamente non è mai stato raccolto dalla multinazionale, nonostante sia da sempre provvista dello studio di impatto ambientale e dell’autorizzazione per deforestare, un permesso che a prescindere non dovrebbe mai essere rilasciato.
Dal 2014 le mappature satellitari hanno rilevato la scomparsa di grandi distese di foresta all’interno della piantagione, ulteriori 250 ettari sono stati sacrificati per incrementare la produzione di cacao, un processo che la United Cacao pare non voler arrestare in quanto le immagini raccolte mostrano anche la costruzione di nuove strade lungo il confine settentrionale della piantagione, a testimonianza che le opere di deforestazione avranno ancora seguito.

Immagini satellitari ad alta risoluzione mostrano viste sulla zona nord recentemente deforestata della piantagione prima e dopo. I ricercatori MAAP dicono che la foresta nella parte superiore del set di immagini verrà disboscata se Unitet Cacao continuerà con lo sviluppo della piantagione.

Immagini satellitari ad alta risoluzione mostrano viste sulla zona nord recentemente deforestata della piantagione prima e dopo. I ricercatori MAAP dicono che la foresta nella parte superiore del set di immagini verrà disboscata se United Cacao continuerà con lo sviluppo della piantagione.

I dati pubblicati da Forest Watch all’inizio del 2016 mostrano tra fine agosto e inizio novembre 2015 un aumento di questo fenomeno che ha colpito zone dove sorgevano le foreste primarie, quei grandi bacini di biodiversità vegetale e animale che determinano gli equilibri climatici e la sopravvivenza stessa della Terra.

Fonte: Mongabay