Notre Dame de Bure

Il 17 gennaio 2018 il governo francese rinuncia ufficialmente al progetto del mega aereo-porto che sarebbe dovuto sorgere a Notre Dame des Landes (NDDL), a 30 chilometri dalla città di Nantes che ne ospita già uno operativo.
Dopo 50 anni di resistenza, tradotta in quella che negli anni sarebbe diventata una delle ZAD (Zone à Défendre) storiche, e che ha portato oltre 300 persone di ogni età e provenienza a vivere in più di 70 strutture spalmate su una superficie di 10 chilometri quadrati interessati dal progetto (1.650 ettari di campi agricoli), l’azione diretta dal basso volta alla liberazione della Terra ha portato i suoi frutti.zad resistance
Ma se il governo Macron e la multinazionale Vinci (responsabile del progetto), azienda nata in Francia ma che ora ha le sue principali filiali site a Milano e Vicenza, hanno accantonato la realizzazione della “grande opera”, diverso è il discorso in merito alla repressione subita dagli abitanti della ZAD.
Il primo ministro francese Edouard Philippe, avviando un’opera di criminalizzazione dei/delle resistenti, ha dichiarato che gli “occupanti illegali” verranno sfrattati entro fine marzo, autonomamente o attraverso l’intervento dei circa 200 gendarmi che da settimane controllano la zona: controllando ingressi e uscite dalla ZAD, svolgendo operazioni repressive legittimate dal fornire protezione ai lavoratori che stanno liberando l’area e la strada locale.
Le persone che in questi anni hanno occupato l’area interessata dal progetto Vinci impedendo l’avanzata del cemento verranno sfrattate, volontariamente o con l’uso della forza, il prefetto locale ha annunciato che solo chi paga le tasse e dimostrerà un solido progetto agricolo avrà il “diritto” di restare: ma la ZAD è un’area liberata e libera da regimi burocratici.
Una repressione che da quella di NDDL si estende alla ZAD di Bure, alle porte di Mandres-en-Barrois: comune francese di circa 150 abitanti situato nel dipartimento della Mosa il cui bosco di Lejuc è minacciato dal progetto nucleare della multinazionale Andra.
Attraverso la consociata Cigeo, Andra vuole realizzare nel bosco una discarica sotterranea di scorie nucleari dove, tra il 2026 e il 2027 (scadenza prevista dei lavori), verranno stoccati 85.000 metri cubi di rifiuti nucleari.
La ZAD di Bure dal 22 febbraio scorso si trova in regime di militarizzazione, quando all’alba una massiccia operazione di polizia finalizzata allo sfratto dei/delle resistenti, provocò la demolizione di alcune barricate e l’arresto di due persone attualmente in stato di detenzione.
Una pratica che da quel giorno si ripete periodicamente con l’intento di mantenere la promessa di uno sgombero forzato della ZAD che dovrebbe verificarsi entro fine marzo, operazione molto cara al governo francese che, dopo la rinuncia al progetto del mega aereo-porto, ora vuole fare di Bure un esempio per mostrare il proprio potere politico.
I/le residenti testimoniano la presenza di un’occupazione militare, trovano gli agenti di polizia a filmarli nelle loro case attraverso le finestre, forze di polizia che non hanno alcuna tutela per la popolazione locale, sparando fumogeni e lacrimogeni nei giardini delle case, a prescindere che siano o meno solidali con i/le resistenti.bure
Come accaduto nel fine settimana del 3/4 marzo scorso, quando una manifestazione spontanea di circa 400 persone ha attraversato le vie del paese con l’intento di istituire una veglia permanente sul campo fornito da un agricoltore, iniziativa che ha condotto all’arresto di 7 persone accusate di aver preso parte ad un corteo non autorizzato.
Provvedimenti intimidatori finalizzati a decimare le fila di chi sta mantenendo viva la ZAD di Bure, allo scopo di sgonfiare una resistenza che non intende cedere il passo ai servi di stato e capitale.

PB

Fonti: Earth Firstde.vmc.campradiopopolare