War Job: educazione alla guerra (parte 1)

Il 25 aprile 2018 mentre in Italia si celebrava il 73° anniversario della Liberazione dal nazifascismo, una ricorrenza ormai privata di ogni rispetto verso la memoria storica considerato il clima politico attuale (internazionale e non), il Pentagono siglava un contratto da 1 miliardo e 400 milioni di dollari con la Lockheed Martin per l’ampliamento della flotta di F-35 destinati anche alla fornitura estera.
Tale accordo, che vede la multinazionale in questione beneficiare di 736 milioni di dollari destinati a materiali e componenti, prevede la fornitura di 3.000 velivoli che si vanno ad aggiungere agli oltre 300 F-35 già consegnati in precedenza e smistati presso 15 basi militari differenti.infografica_segreti_aereo-f35
Primo paese a beneficiarne è stato il Regno Unito che il 6 giugno scorso ha ricevuto i primi 4 F-35B (forniti di tecnologia avanzata made Lockheed Martin & Leonardo) destinati alla Royal Air Force e alla Royal Navy, e che si vanno a sommare ai 15 velivoli già in possesso delle forze armate britanniche.
In questo nuovo ordine figurano anche 8 ulteriori F-35 ordinati dall’Italia che si vanno ad aggiungere ai 18 già acquistati in passato, nell’ambito di un accordo con la Lockheed Martin che prevede la fornitura complessiva di 90 velivoli.
Un’operazione da 14 miliardi di euro, a cui però vanno aggiunte le spese operative e di supporto logistico necessarie a coprire i 30 anni di vita dei cacciabombardieri, per un costo complessivo che sfiora i 50 miliardi.
L’Italia, attraverso Leonardo (ex Finmeccanica), svolge un ruolo chiave nell’immissione sul mercato degli F-35 in quanto, come già evidenziato, tali velivoli vengono assemblati presso lo stabilimento FACO di Cameri (Novara), grazie alla partnership aperta con la stessa Lockheed Martin.
Fondata nel 1995, la Lockheed Martin è specializzata in ingegneria aereo-spaziale e della difesa, tra cui la progettazione e il perfezionamento degli F-35 che gli hanno permesso negli anni di stringere partecipazioni con numerosi paesi, tra cui: Australia, Belgio, Canada, Danimarca, Finlandia, Israele, Italia, Giappone, Olanda, Norvegia, Turchia, Inghilterra, Stati Uniti, Corea.
Tra questi fa senza dubbi scalpore la presenza di Turchia e Israele, paesi attualmente coinvolti in conflitti bellici che li vedono muovere pulizie etniche ai danni del popolo curdo e di quello palestinese.
Nel tentativo di appianare i rapporti con la Turchia, alleato Nato degli Stati Uniti dal 1952, la Lockheed Martin ha invitato il governo di Erdogan a partecipare ad una delle prossime cerimonie di consegna degli F-35, nella speranza di poter sbloccare una collaborazione che vede i turchi attualmente clienti della Russia per la fornitura di velivoli da guerra.
Diversa, invece, è la strategia messa in campo da Lockheed Martin per consolidale la partnership e gli affari tra la multinazionale statunitense e il governo israeliano.
La municipalità di Gerusalemme, recentemente, ha emesso un comunicato in cui si da notizia della prossima apertura (prevista per settembre 2018) di una scuola materna da parte di Lockheed Martin nella capitale, incentrata sulla scienza e la tecnologia.
L’asilo, che sorgerà nel quartiere di Kiryat Menachem, non è il primo progetto “educativo” di Lockheed Martin sul territorio israeliano.
Grazie alla stretta collaborazione con il Ministero dell’Istruzione israeliano, il Ministero della Scienza e della Tecnologia e la Rashi Foundation (un’organizzazione che offre supporto ai giovani), la multinazionale statunitense gestisce le scuole STEM (Scienza, Tecnologia, Ingegneria e Matematica) presenti a Gerusalemme: la MadaKids rivolta a bambini in età prescolare, e la Kiryat Malachi.

La crescita futura dell’economia israeliana richiederà una fornitura costante di talento tecnico altamente qualificato e altamente capace.

Questa la candida dichiarazione di Marilyn Hewson, presidente e amministratrice delegata Lockheed Martin, che senza troppi giri di parole esprime chiaramente le intenzioni dell’azienda di diffondere una cultura della guerra che faccia di Gerusalemme la “capitale dell’innovazione educativa”, come dichiarato dal sindaco Nir Barkat.

Attraverso l’infiltrazione nelle strutture educative, il supporto economico ad organizzazioni giovanili e la promozione di subdoli contest come le finali della LEGO Junior League (video), una competizione rivolta a 200 classi tra terze e quarte elementari impegnate, tra le altre cose, nell’assemblaggio di apparecchi militari, la Lockheed Martin ha avviato un progetto per l’allevamento privatizzato dei/delle futur* tecnici e piloti degli F-35.

Continua…

RS

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Fonti: Reuters agenzianova analisidifesa F35 – jns