Sperimentazione a cielo aperto

Ogni anno più di 200.000 persone muoiono a causa di effetti correlati all’esposizione, diretta o indiretta, ad erbicidi e pesticidi.
Un dato che non tiene conto dell’inquantificabile numero di perdite tra selvatici e animali da reddito, i primi costretti in un ambiente ormai saturo dei suddetti veleni, i secondi schiavizzati negli allevamenti, sottoposti all’ingrasso forzato attraverso mangimi geneticamente modificati prodotti tramite l’impiego di queste sostanze.
Tra le nocività che riducono la Terra a un laboratorio di sperimentazione a cielo aperto, un ruolo centrale lo riveste l’industria agrochimica.
Quel fenomeno definito agrobusiness, oggi tra le prime cause del cambiamento climatico in stretta correlazione con l’industria della carne e dei derivati animali, di cui Monsanto è stata pioniera.
Alla già lunga lista di armi di distruzioni di massa, tra i neonicodinoidi (la famiglia di pesticidi killer delle api prodotti da Syngenta, Basf e Bayer) e il glifosato (erbicida prodotto da Monsanto, oggi presente in oltre 750 prodotti e utilizzato in più di 140 paesi), entra di diritto a farne parte il clorpirifos.
Prodotto, sperimentato e brevettato dalla Dow Chemical, subordinata del gruppo Du Pont, il clorpirifos è una sostanza neurotossica al momento abitualmente utilizzata per uccidere gli insetti.
Va abbandonata l’idea che questi veleni siano un’esclusiva delle monocolture ogm, il clorpirifos viene impiegato su coltivazioni tradizionali come quelle di arance, broccoli, zucchine, mandorle e noci, tramite l’uso di tre prodotti in particolare: Dursban, Daskor e Reldan.
Si tratta di insetticidi larvicidi, tutti e tre prodotti dalla Dow Chemical, che agiscono per contatto o ingestione provocando il soffocamento delle vittime designate.
Vittime che non sono rappresentate esclusivamente dagli insetti, per cui il clorpirifos è stato creato, e dai topi, primi ad essere sacrificati al fine di poter fornire dati tanto rassicuranti, quanto mistificanti, funzionali alla messa in commercio di queste sostanze.
L’insetticida in questione, il cui rinnovo verrà discusso dall’UE nel gennaio 2019, è causa di danni neurologici a lenta insorgenza, come già verificatori in California.
La risposta offerta sino ad oggi dalle autorità europee competenti (EFSA su tutte) a tali minacce, si è sempre tradotta nell’asservimento delle multinazionali di riferimento, attraverso la pubblicazione di dati che negano la pericolosità delle sostanze citate, arrivando ad ignorare anche anche la realtà dei fatti.
Come quella raccontata da Fabian Tomasi, ex fumigador argentino, morto nel settembre 2018 a causa dell’esposizione ai pesticidi, tra cui il glifosato.fabian tomasi murales

RS

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Fonti: greenme lemonde