La repressione dell’autodeterminazione

Il mandato presidenziale di Jair Bolsonaro, ufficialmente a capo del Brasile dal primo gennaio 2019, si macchia già di sangue ancor prima di entrare in vigore.
Nella sera di sabato 8 dicembre due militanti del Movimento dei Lavoratori Senza Terra (MST) sono stati assassinati all’interno del campo José Maria Pires, nella città di Alhandra-PB a circa 45 chilometri da João Pessoa, capitale dello stato brasiliano del Paraíba.
Un’esecuzione quella che ha colpito Rodrigo Celestino e José Bernardo da Silva, coordinatori del campo, raggiunti da 4 uomini incappucciati che cercavano solo loro, isolati dal resto della comunità e freddati con colpi d’arma da fuoco.
Un preciso atto intimidatorio verso chi lotta per la Terra, in linea con quanto già dichiarato in precedenza dal neo-presidente (ex capo dell’esercito) che ha bollato le occupazioni del MST e il movimento dei senza tetto come atti ufficiali di terrorismo verso lo stato brasiliano, oltre all’aperta dichiarazione di guerra nei confronti di ogni popolazione indigena.bolsonaro

non un centimetro di terra sarà demarcato per riserve indigene o quilombo (discendenti di comunità africane che si librarono dalla schiavitù nelle piantagioni).
Facciamo il Brasile per le maggioranze.
Le minoranze devono inchinarsi alle maggioranze.
Le minoranze si adatteranno o semplicemente scompariranno.

Il Movimento dei Lavoratori Senza Terra, attraverso la lotta e l’auto-organizzazione, permette a 350.000 famiglie sparse in tutto il Brasile di poter lavorare un pezzo di terreno per l’auto-sostentamento, promuovendo un concetto di produttività in opposizione ai dettami del regime capitalista.mst2
Nel campo di José María Pires, teatro dell’esecuzione, vivono circa 450 famiglie che hanno contribuito a recuperare una terra abbandonata e improduttiva.
Nel 1850, in Brasile, viene introdotta la Legge sulla Terra, un provvedimento a vantaggio delle grandi aziende che rappresenta il primo passo verso una disuguaglianza sociale e quel fenomeno oggi conosciuto col nome di landgrabbing: accaparramento delle terre.
Una legge che negli anni ha privato i contadini della libertà di espressione, di riunirsi, organizzarsi e manifestare, bandendo l’agricoltura su piccola scala a vantaggio della produzione funzionale all’esportazione, processo che spianò la strada all’introduzione di un impiego intensivo di pesticidi: Cargill e Buge oggi sono corresponsabili della scomparsa di oltre 2.000 ettari di foreste brasiliane sacrificate per la produzione di soia geneticamente modificata volta a soddisfare la richiesta di Burger King.
Modernizzazione agricola selettiva che vide un’escalation nel corso della dittatura (1964-1985) sostenuta da quel regime militare al quale prese parte lo stesso Bolsonaro.
Un regime che il neo-presidente vorrebbe rilanciare, in conformità con quel fenomeno di repressione che dall’Argentina al Brasile, passando per il Chile, vede la persecuzione sistematica di chi lotta per recuperare, difendere e liberare la Terra, dalle comunità Mapuche al Movimento dei Lavoratori Senza Terra.

PP

Leggi anche
Beef not Trees – La battaglia per la Terra
Servi, fantocci e burattinai: storie di repressione made in italy
Allevamenti

Fonti: pagina12 argentina indymedia