Questione d’apparenza

Sfoderata anche dalla Coca Cola Company la nuova moda verde che sta investendo le multinazionali, o, per meglio dire, che le multinazionali stanno adottando nel tentativo di ripulirsi l’immagine pensando che basti cambiare il colore al proprio logo (vedi McDonald’s) per cancellare i loro crimini quotidiani.
La Coca Cola, però, è andata oltre, lanciando la nuova linea di bottiglie con etichetta verde che, al posto di zucchero e aspartame, conterrà  Truvia, un composto a base di stevia.

pianta della stevia

Il mercato della stevia è recente. La stevia è una pianta altamente zuccherina la cui fresca commercializzazione ha subito attirato i tentacoli delle multinazionali.
La Cargill, corporazione americana tanto potente da decidere il prezzo di ogni alimento in circolazione e  che produce e distribuisce olio di palma, era già sulla stevia da 7 anni nel tentativo di capire come poterla utilizzare a suo favore ed ecco l’accordo con la Coca Cola.
Truvia infatti è prodotta dalla Cargill, ma fate attenzione: questo composto non è unicamente a base di stevia, probabilmente usata in piccolissime quantità, considerando che costa 700 euro al chilo. Il tutto è arricchito anche da rebiana (glucosio della stevia sintetizzato) ed erythritol (alcol dello zucchero approvato per uso additivo degli Stati Uniti).

la nuova coca “green” già pronta per il commercio.

Truvia, per la cronaca, è stata approvata in Stati Uniti, Europa, Messico e Venezuela, Prepariamoci quindi a vedere presto la nuova Coca Cola verde sugli scaffali dei supermercati, ma per Coca Cola ovviamente intendiamo tutti i prodotti di questo gruppo, Fanta e Sprite su tutti, la prima delle due già dotata di una versione alla stevia, Fanta Still, la seconda in via di sviluppo.
Ma perché questa decisione?

Quello della stevia, dicevamo, è un mercato piuttosto nuovo e salutista, che fa parlare di sé e attira molta attenzione; è quindi normale che le multinazionali vogliano approfittarne per tentare di accaparrarsi quella categoria di consumatori particolarmente attenta alla linea e alla salute.
Vi è poi da menzionare quanto accaduto in Giappone tempo fa, dove la Coca Cola Light fu vietata per la presenza al suo interno dell’aspartame, sostanza chimica brevettata dalla Monsanto, vietata nel paese in quanto cancerogena e sotto inchiesta nella Comunità Europea.
La conclusione quindi viene da sé: le multinazionali non hanno mai avuto a cuore la salute dei consumatori e mai l’avranno, la mossa in questione punta solamente ed ovviamente a raggiungere più persone, incrementando così i profitti attraverso l’ennesimo sfruttamento di una risorsa del Pianeta.

In sintesi, non facciamoci abbindolare, criminose sono e criminose restano, che i loghi o le etichette delle corporazioni siano verdi o di altri colori. E il fatto che vadano alla ricerca di soluzioni più salutari per i loro prodotti dimostra da una parte semplicemente una tecnica di marketing per accaparrarsi determinate fasce di consumatori (come nel caso dei biscotti Oreo della P&G color arcobaleno a detta loro per sostenere i diritti omosessuali) e dall’altra che sono coscienti del fatto che le persone iniziano ad accorgersi di chi hanno realmente di fronte.

Ringraziamo Skrondo per averci fornito dati importanti sulla stevia, senza i quali non avremmo potuto realizzare questo articolo.
Invitiamo chi ci segue a fare la stessa cosa. Earth Riot è a disposizione di tutti quanti, segnalateci argomenti sui quali vorreste puntare il riflettore e dati in merito e noi faremo il resto :)

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