Sumatra è in fiamme a causa del mercato dell’olio di palma!

La foresta di Sumatra, situata tra la Malesia e l’Indonesia, è in fiamme dalla notte tra lunedì e martedì scorso (ora italiana).

Gli incendi appiccati intenzionalmente, tecnica standard delle multinazionali per creare nuove aree nelle quali piantare monocolture di palme da olio, stanno divorando il territorio condannando per l’ennesima volta un polmone del Pianeta.

Gli incendi in corso a Sumatra appiccati appositamente dalle multinazionali dell’olio di palma.

Le foreste di cui vi stiamo parlando sono ricche di biodiversità e ospitano gli ultimi esemplari di alcune tra le specie animali maggiormente a rischio di estinzione, come gli orango e le tigri di Sumatra.

Ma, come se non bastasse, oltre alla devastazione di queste aree verdi, gli incendi appiccati stanno provocando gravi problemi anche ai paesi circostanti la zona di Sumatra.

I fumi che si sollevano dai roghi giungono fino in Malesia e a Singapore, dove si registrano i dati più allarmanti.

Singapore avvolta da una coltre di fumo grigio proveniente dalle foreste in fiamme.

L’aria ormai è diventata irrespirabile; il paese è avvolto da una coltre di fumo grigio che, questa mattina, ha fatto balzare l’indice di inquinamento a 400, ben 100 punti in più rispetto alla soglia minima di allerta e il governo invita bambini, persone anziane e malati a non uscire di casa.

La gravità della situazione si può capire anche attraverso il comunicato che il ministro dell’ambiente di Singapore ha diffuso tramite Facebook nei giorni scorsi, dove invitava i cittadini a procedere col boicottaggio di tutti quei prodotti che contengono olio di palma.

Questo mercato sta raggiungendo i suoi picchi di devastazione. Il costo al chilo dell’olio di palma è di 10 centesimi e questo porta le aziende a preferirlo all’olio di oliva o a quello extravergine… ma con quali conseguenze?

Le conosciamo bene, una dopo l’altra, e sappiamo che siamo proprio noi consumatori, considerati tali dalle multinazionali, prima ancora che persone, a poter cambiare le cose, a poter contribuire attivamente affinché queste devastazioni cessino.

Non c’è più tempo, il cambiamento deve avvenire adesso. Leggiamo attentamente le etichette di ogni prodotto, alimentare e cosmetico, tenendo presente che quelli che riportano le diciture grasso vegetale, olio vegetale, sodium palmate o palmitate, isopropyl palmitate sono rigorosamente da evitare.

La campagna STOP OdP è ancora in corso e c’è sempre bisogno di persone che che contribuiscano a raccogliere firme per bloccare il mercato dell’olio di palma.evento raccolta firme stop odp