Il cambiamento sta arrivando… che vi piaccia oppure no!

Milletrecento chilometri.

La distanza approssimativa che separa due tra le ultime foreste primordiali della Terra.
Entrambe alla mercé di paesi (Germania e Polonia) la cui economia è fondata sull’industria mineraria, Hambach e Bilowieza non sono accomunate solo dalla loro longevità, ma dall’essere divenute negli anni luoghi di monopolio e saccheggio da parte del sistema capitalista.
Con Germania, Repubblica Ceca e Grecia, la Polonia è tra i primi 4 paesi al mondo nell’ambito dell’estrazione di lignite (carbone povero), ma è l’unico europeo a progettare nuovi impianti, nonostante l’UE abbia espresso la volontà di abbandonare questa fonte combustibile a seguito dei danni alla salute e in quanto tra i primi fattori a provocare il cambiamento climatico.
Un provvedimento sterile considerando il termine ultimo per la dismissione dal carbone come fonte combustibile fissato per il 2030 e che, come il caso polacco dimostra, offre ampio margine di movimento a chi vuole trarre profitto dall’estrazione di questo minerale.

È la base della nostra energia e non intendiamo abbandonarla

Quanto dichiarato dall’attuale primo ministro polacco Mateusz Morawiecki all’interno del suo discorso di insediamento in quella che ha definito “alternativa patriottica”, rigettando di fatto ogni apertura verso fonti alternative: il 90% dell’energia elettrica in Polonia è assicurata dall’estrazione di carbone.
Profonda 300 metri, lunga 9 chilometri e larga 3, la miniera di Belchatów alimenta quella che ad oggi è la più grande centrale elettrica d’europa, un business che ha mosso gli interessi anche dell’italiana Generali.
Terza compagnia assicurativa europea dopo Allianz e AXA, il gruppo con sede a Trieste ha investito circa 2 miliardi di euro nell’industria del carbone all’inizio del 2018, tra cui il mercato polacco.
Operazione che nei mesi successivi avrebbe visto Generali, su pressione di alcune associazioni ambientaliste, infilarsi in un processo di greenwashing tanto discutibile quanto inconsistente, arrivando a dichiarare che avrebbe disinvestito dal carbone, ma con l’eccezione di alcuni paesi:

dove la produzione di energia elettrica e il riscaldamento sono ancora dipendenti dal carbone senza alternative significative nel medio periodo.

Ovvero la Polonia, come confermato da l’attuale copertura assicurativa di cui possono ancora beneficiare le centrali elettriche di Opole e Turów.
In un panorama globale che vede la Terra ridotta a supermercato privato del sistema capitalista, le foreste non rappresentano altro che reparti dai quali stati e multinazionali si servono prosciugando ogni risorsa possa rappresentare un qualche ritorno economico.
E se Hambach dalla fine degli anni ’70 è stata convertita nella più grande miniera a cielo aperto d’Europa, quella di Bialowieza alle spalle ha una lunga storia di disboscamento risalente sino all’epoca nazista, che oggi si ripropone sotto le mentite spoglie di una finta tutela ambientale.
Con il pretesto di scongiurare il danno causato dalla bostryche typographe (coleottero che attacca gli alberi rossi), lo stato polacco ha autorizzato l’industria forestale a procedere con il disboscamento di grandi aree, un provvedimento che prevede la macellazione di circa 180.000 metri cubi di alberi in dieci anni, pari ad oltre 70.000 chili di legna.bialowieza
Riserva di caccia per re polacchi e zar russi, e prima ancora luogo di riferimento scientifico e di sperimentazione animale in epoca nazista, la foresta di Bialowieza, che si estende per oltre 140.000 ettari di terre a cavallo tra Polonia e Bielorussia, è sopratutto la casa di betulle, carpini, abeti, pini, di querce secolari esistenti da più di 500 anni, rifugio per la più grande popolazione di bisonti presenti in Europa e per i konik: cavalli selvaggi direttamente discendenti dagli antenati preistorici.

E mentre politicanti e lobbisti si divertono a monopolizzare foreste e distese d’acqua come in un gioco di società, un’attivista di 15 anni, che da qualche mese ispira azioni di disobbedienza civile come quella che il 30 novembre scorso ha visto oltre 15.000 bambini boicottare la scuola per scendere nelle piazze australiane a protestare contro l’industria mineraria, ha sbattuto la realtà dei fatti in faccia a queste persone.
Il discorso tenuto da Greta Thunberg in occasione della COP24 (conferenza delle Nazioni Unite sul cambiamento climatico) andata in scena proprio in Polonia, non lascia spazio a repliche, dimostrando una maturità e una coscienza collettiva sconosciuta ai suoi interlocutori.

Sostenete di amare i vostri figli sopra ogni cosa e gli state rubando il futuro da sotto gli occhi.
Voi parlate solo di andare avanti e intanto proponete solo le solite idee inutili che ci hanno fatto finire in questo casino anche se l’unica cosa sensata da fare è tirare il freno d’emergenza.
Non siete maturi abbastanza per dire le cose come stanno, state lasciando questo fardello a noi bambini.
La nostra civiltà viene sacrificata per dare la possibilità a un piccolo numero di persone di continuare a fare un sacco di soldi.
La nostra biosfera viene sacrificata così che le persone ricche dei paesi come il mio possano vivere nel lusso, sono le sofferenze di molti che pagano il lusso di pochi.
Nel 2078 festeggerò 75 anni.
Se avrò dei figli probabilmente passeranno quel giorno con me. Forse mi chiederanno di voi, forse mi chiederanno perché non avete fatto niente quando ancora c’era tempo per agire.
Finché non vi fermerete a focalizzare cosa deve essere fatto, anziché su cosa sia più politicamente meglio fare non c’è alcuna speranza.
Non si può risolvere una crisi senza trattarla come tale.
Dobbiamo lasciare i combustibili fossili sotto terra e dobbiamo concentrarci sull’uguaglianza.
E se il nostro sistema non ci permette di trovare soluzioni allora dovremmo cambiare l’intero sistema stesso.
Non siamo venuti qui a implorare i leader mondiali di prendersi cura di noi, ci avete ignorato in passato e ci ignorerete ancora.
Abbiamo finito le scuse e il tempo per agire sta per finire.
Siamo venuti qui per farvi sapere che il cambiamento sta arrivando che vi piaccia oppure no e che il vero potere appartiene al popolo.
Graziesvezia-sciopero-bambina-clima

VM

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Fonti: humanite altreconomia valori internazionale