Expo 2015: l’esposizione dei soliti potenti

Buongiorno, ribelli. Oggi vogliamo dare il via ad una rassegna di articoli di denuncia nei confronti dell’imminente Expo 2015, che si alterneranno alle altre tematiche da noi seguite.
Nel corso delle prossime settimane analizzeremo i vari aspetti, i partner, gli ospiti, gli scopi prefissati di questo “grande evento” che si preannuncia come un’esposizione per i soliti potenti, e lo faremo dando visibilità al dossier redatto da Farro&Fuoco, Nessuna faccia pulita, buona e giusta a Expo 2015.
Nel leggere gli articoli inerenti alla tematica trattata che seguiranno a questo dovrete sempre ricordare lo slogan su cui fonda Expo 2015: “Nutrire il Pianeta, Energia per la vita”. È molto importante perché aiuterà ulteriormente a sottolineare le incoerenze di questa fiera.

Il 2015 si è aperto con una notizia, o meglio una riconferma, che traccia la direzione che il sistema vuole dare al settore agroalimentare e a chi vuole aggiudicarsene il monopolio: l’idea di etichettare con chiarezza i prodotti contenenti OGM rimarrà infatti solo un’idea. Le istituzioni – dopo il fallimento dei diversi referendum svolti negli Stati Uniti e vinti dalle varie multinazionali grazie all’abissale divario economico che distingueva i loro budget da quelli dei consumatori e degli attivisti per il Sì all’etichetta durante le campagne – non fanno altro che spianare la strada a questi colossi.
In prima fila troviamo Monsanto, Cargill e DuPont Pioneer che, soddisfatte, si sfregano le mani pregustando gli inevitabili guadagni, frutto di una strategia mirata a lasciare il consumatore sempre più ignaro di ciò che sta realmente acquistando e consumando. Un modo per controllare meglio le masse che, senza porsi troppe domande, accettano ciò che vomita il mercato.
Ma la cosa straordinaria di tutto questo è che ognuno di noi ha la volontà e la coscienza per ribellarsi a questo meccanismo, basta solo risvegliarle e possedere i giusti strumenti di lotta.

Volantino in formato A5 direttamente scaricabile alla sezione "materiale" del sito di Earth Riot

Volantino in formato A5 direttamente scaricabile alla sezione “materiale” del sito di Earth Riot

Perché stiamo parlando di OGM e multinazionali in merito a Expo 2015?
La Dupont Pioneer farà parte della fiera finanziando il padiglione USA e quindi ottenendo una vetrina per mettere in mostra le proprie ricerche in merito a OGM e pesticidi, due argomenti che non dovrebbero neanche esser presi in considerazione se davvero si desse valore al motto “Nutrire il Pianeta…”. Ed ecco invece puntuale la presenza di uno dei colossi che, insieme alle multinazionali sopra citate (senza dimenticare le ugualmente note Basf, Bayer e Syngenta), stanno contribuendo all’omologazione del Pianeta attraverso la diffusione di monocolture intensive e invasive di soia, mais, patate, cotone, colza etc.
Un processo che porta al progressivo decesso dei terreni interessati, prosciugati da ogni risorsa idrica e avvelenati dalle enormi quantità di agenti chimici di cui necessitano le colture geneticamente modificate per crescere.
Una progressiva perdita di biodiversità vegetale e animale che non solo impoverisce il Pianeta, ma anche i popoli: come scordare i 250.000 contadini spinti al suicidio in India dopo la perdita dei terreni agricoli a causa della Monsanto e la diffusione incontrollata del cotone Bt?
Tanto acclamate come soluzione al problema della fame nel mondo, le colture OGM al contrario non fanno altro che incrementare questo morbo: le corporazioni strappano a popoli già disagiati i terreni agricoli, li sfruttano fino a quando è possibile, per poi riconsegnarglieli sterili, incapaci di generare e accogliere vita.
Ma oltre al danno c’è anche la beffa, perché il raccolto geneticamente modificato ovviamente non viene destinato a questi popoli (parliamo soprattutto di luoghi come l’India e il Sud America), ma all’ingrasso degli animali allevati principalmente per il mercato di Paesi con redditi ben più alti.
Ricapitolando, da una parte abbiamo la perdita di un’enorme patrimonio naturale e culturale, l’impoverimento di interi popoli e il conseguente peggioramento della loro qualità di vita e delle condizioni di salute anche grazie alla diffusione di pesticidi killer; tra tutti i casi vogliamo ricordare la battaglia condotta da oltre un anno dalla popolazione di Córdoba contro Monsanto.

Il presidio di Cordoba che resiste da oltre un anno.

Il presidio di Cordoba che resiste da oltre un anno.

Dall’altra abbiamo una parte della popolazione mondiale che viene alimentata dalla commercializzazione di prodotti industriali delle marche più note: Kellogg’s, Ferrero, Kraft, Unilever, Coca Cola, Nestlé solo per fare alcuni nomi, che contengono OGM, ma non obbligatori da segnalare in etichetta.
La stessa cosa vale anche per la carne e i derivati animali. Animali che vengono messi all’ingrasso e alimentati con mais e soia e farine di questi geneticamente modificati, sostanze che finiscono nel prodotto acquistato dal consumatore, ma che per legge non sono obbligatori da riportare in etichetta. Quest’ultimo comunque è solo uno dei tanti aspetti per cui carne e derivati animali non andrebbero consumati. Torneremo ovviamente su questo tema per noi essenziale.

Ma se la prima parte del motto, “Nutrire il Pianeta…”, viene asfaltata già solo dalla presenza all’Expo 2015 di corporazioni degli OGM e dei pesticidi… che dire di “…Energia per la vita”?
E quando si tratta di vita come non parlare della risorsa vitale per eccellenza, l’acqua, il cui monopolio per la fiera è stato affidato a Nestlé, multinazionale che sta privatizzando questa imprescindibile risorsa in tutto il mondo affinché possa essere a disposizione solo di chi se la può permettere economicamente, come documenta il seguente video.
All’Expo 2015 sarà possibile acquistare unicamente acqua San Pellegrino, una delle molte controllate della svizzera Nestlé, in barba anche a tutti quei milioni di italiani che nel giugno 2011 votarono un referendum affinché l’acqua fosse mantenuta come bene comune.

I marchi di acqua controllati da Nestlé

I marchi di acqua controllati da Nestlé

Expo 2015 non sarà una vetrina dedicata ai piccoli produttori, alla promozione di idee che possano tutelare il Pianeta nel rispetto di tutti i popoli, di ogni specie vivente, affinché le diversità socio-economiche possano essere abbattute e molte vite risparmiate. Sarà solo un’occasione per i soliti noti di farsi ulteriore pubblicità. Ecco perché noi vogliamo giocare di anticipo e proporvi pubblicità che queste multinazionali non vi mostreranno mai in TV.
Lo stereotipo della famiglia modello tanto sdoganata in molti spot dei più grandi marchi – e in questo caso prenderemo in considerazione proprio Nestlé – dev’essere sgretolato dalle azioni compiute nella realtà quotidiana da questa multinazionale ai danni di vere e proprie famiglie, persone, in carne e ossa. Migliaia sono i bambini deceduti nel continente africano perché strappati alle proprie madri ancora in fase di allattamento affinché Nestlé potesse testare su di loro il latte in polvere prima di commercializzarlo a quella parte di popolazione che, per questa e ogni multinazionale, rappresenta la fonte di guadagno. Comprereste ancora i loro prodotti se al posto del logo col nido di uccellini o dello spot della famiglia felice vedeste passare queste immagini reali connesse al noto marchio? Vogliamo sperare di no.

E in questo clima gioviale per le multinazionali, a Expo 2015 non poteva mancare la presenza di Coca Cola, regina per quanto riguarda land grabbing, deforestazione e oppressione dei popoli. L’azienda avrà a disposizione un intero padiglione per festeggiare il suo centenario e sfoggiare i vari prodotti che, è giusto ricordare per un corretto boicottaggio, vanno oltre le bevande gassate a marchio Coca Cola, Fanta e Sprite, perché anche le acque Lilia, Sveva e i succhi Amita sono controllate da questa multinazionale.

Il trend di Expo 2015 quindi è fin troppo chiaro: mostrare alle persone, al consumatore – ultimo anello di una catena di inganno che parte da molto lontano – una sola faccia della medaglia, quella di un mercato globalizzato da questi colossi, votato unicamente al mero guadagno mediante lo sfruttamento di ogni risorsa disponibile.
Ma il consumatore non deve sentirsi esente da colpe. Egli non è solo una vittima di questo meccanismo malato, bensì l’olio che ne fa girare gli ingranaggi, perché i crimini condotti da queste multinazionali sono finanziati da chi acquista i loro prodotti, da chi sceglie di pagare per i loro servizi. Questo è un concetto che ripetiamo da molto tempo e ci auguriamo che questi articoli di denuncia su Expo 2015 e la diffusione del dossier di Farro&Fuoco e di ogni informazione utile possano contribuire a far registrare una scarsa partecipazione alla fiera che si terrà a Milano.

In conclusione, vogliamo rivolgere un appello a un personaggio di cui abbiamo parlato in passato, la nota attivista indiana Vandana Shiva, affinché diserti Expo 2015.
Un personaggio come lei, con il suo seguito e la sua conoscenza, non dovrebbe farsi invischiare in un evento così contraddittorio e controproducente. Sarebbe meraviglioso se nel corso dell’esposizione milanese lei non fosse dentro a qualche padiglione a parlare, ma fuori a relazionarsi direttamente con le persone senza che esse debbano sborsare 29 euro, costo del biglietto di ingresso, per apprendere informazioni che dovrebbero essere dominio di chiunque. Questo ci piacerebbe vedere da personaggi del genere. Sarebbe un’azione molto forte, degna della battaglia che Vandana Shiva e molte altre persone nel mondo stanno conducendo per la tutela del Pianeta.

2 thoughts on “Expo 2015: l’esposizione dei soliti potenti

  1. Ciao, inoltre la MONSANTO creo l’agente “Orange G”, per defogliare il Vitnam del sud tra ’61 e ’71. Hanno irrorato dal cielo erbicidi di 13.000.000 di galloni (about 50 milioni di l)…

    Grazie, distinti saluti, Maurizio Settembre, economista indipendente

  2. La Monsanto pretende inoltre che i contadini che usano le sue sementi OGM al raccolto possano rivenderle solo alla multinazionale, ad un prezzo stracciato,impedendo il normale uso di utilizzare i nuovi semi per la prossima raccolta, un copyright sul cibo.
    Si nutrire il pianeta….
    Di chi?La Monsanto pretende inoltre che i contadini che usano le sue sementi OGM al raccolto possano rivenderle solo alla multinazionale, ad un prezzo stracciato,impedendo il normale uso di utilizzare i nuovi semi per la prossima raccolta, un copyright sul cibo.
    Si nutrire il pianeta….
    Di chi?
    Adriana Costa

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