Pionieri della “carne felice”.
Paladini del “benessere animale”.
Promotori della politica dei “piccoli passi” che sta permettendo al capitalismo di cibarsi della lotta di Liberazione Animale, strumentalizzando il veganismo e mercificando l’antispecismo.
Nel 2013 Essere Animali invita a Bologna Nick Cooney (attivista e scrittore statunitense) per una conferenza sul “coinvolgimento dell’opinione pubblica” in relazione alla questione animale.
Fulcro dell’intervento, oltre alla promozione di pratiche di convincimento fine a se stesse, la propria immagine.
Meglio se servita confezionata in giacca e cravatta: omologazione.
Contraria ad ogni principio antispecista che vede nell’autodeterminazione uno dei punti cardine della lotta, l’associazione animalista torna a parlare di comunicazione, promuovendo un seminario incentrato sul riduzionismo.
Probabilmente i “12 passi per diventare vegan” erano un processo eccessivamente rapido.
Molt* adesso potrebbero sentenziare sul fatto che vi siano questioni maggiormente prioritarie di cui occuparsi, un’indiscussa verità.
Ma è altrettanto reale e veritiera la vanificazione di ogni sforzo mosso verso la Liberazione Animale se si lascia spazio a chi ne lapida valori e contenuti, riducendo il tutto ad una triste parodia di ciò che poteva essere.
E comunque questa volta non siamo noi a parlarne, o meglio, lo facciamo riportando con piacere la riflessione apparsa di recente su Codice a Barre.
Essere Animali organizza un seminario dal titolo “Comunicazione Vegan Efficace”.
Chi ha invitato a parlarne? Melanie Joy and Tobias Lennaert, ovvero due persone che esplicitamente stanno appoggiando il messaggio del riduzionismo (tradotto: mangiare meno animali ovvero uccidere di meno, ma comunque uccidere).
Sia Joy che Lennaert non disdegnano, infatti, di dare il proprio pieno appoggio a conferenze riduzioniste.
Si tratta, a tutti gli effetti, di conferenze che continuano a parlare degli altri animali come prodotti e schiavi, vale a dire ne parlano in direzione esattamente opposta a ciò che dovrebbe fare da propulsore a un movimento di liberazione.
In particolar modo, Lennaert è da sempre avvezzo a parlare del veganismo come se fosse una semplice dieta, depotenziando la sua idea di base come linea morale a più riprese e parlandone in modo che si avvicina più a un punto di vista specista che liberazionista.
Per chi volesse informarsi sui suoi numerosi affondi ai danni del veganismo, ecco un resoconto video esaustivo e un articolo.
Dulcis in fundo, tra le ambiguità di Lennaert, che ama descriversi come “strategist” sulla propria pagina (stratega), ecco una delle sue ultime trovate: preparare sia cibo vegetale che carne di animali da offrire poi a non-vegani.
Ora gli scenari possibili sono due: o Essere Animali è completamente a digiuno sia di lingua inglese sia del dibattito a livello globale contro il riduzionismo e i deragliamenti di Joy e Lennaert (e rimarrebbe comunque un problema, visto che è loro responsabilità quella di informarsi e tenersi al corrente) oppure Essere Animali è perfettamente al corrente delle posizioni riduzioniste che tanto fanno piacere all’industria (riduzionismo che, come soluzione strategica, è smentito dalle analisi al riguardo, che ci premureremo di tradurre il prima possibile, le quali dimostrano che la riduzione non solo è impossibile da misurare, ma che neanche avviene realmente, se non come proclama momentaneo per sentirsi a posto con la coscienza (da parte dei consumatori) e ritardare il confronto col movimento di liberazione e dell’opinione pubblica (da parte dell’industria).
Parafrasando il famoso dilemma di Amleto, a mo’ di appello a questa associazione, la domanda che poniamo a è la seguente: Essere o Non Essere Animali?
VM
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