Essere o non Essere Animali? (tratto da Codice a Barre)

Pionieri della “carne felice”.
Paladini del “benessere animale”.
Promotori della politica dei “piccoli passi” che sta permettendo al capitalismo di cibarsi della lotta di Liberazione Animale, strumentalizzando il veganismo e mercificando l’antispecismo.

Uno spaccato dell'opera di demolizione della lotta antispecista, quel Veganfest che vede spesso la presenza (come ospite d'onore) anche della Brambilla. Un parodia della lotta di Liberazione Animale in scena ogni anno al SANA di Bologna e che nel 2017 ha visto come protagonist* (da sinistra verso destra): presentatore x, Giulia Innocenzi, Renata Balducci (co-responsabile di Vegan Ok), un portavoce di Animal Equality e uno di Essere Animali.

Uno spaccato dell’opera di demolizione della lotta antispecista, quel Veganfest che vede spesso la presenza (come ospite d’onore) anche della Brambilla. Un parodia della lotta di Liberazione Animale in scena ogni anno al SANA di Bologna e che nel 2017 ha visto come protagonist* (da sinistra verso destra): presentatore x, Giulia Innocenzi, Renata Balducci (co-responsabile di Vegan Ok), un portavoce di Animal Equality e uno di Essere Animali.

Nel 2013 Essere Animali invita a Bologna Nick Cooney (attivista e scrittore statunitense) per una conferenza sul “coinvolgimento dell’opinione pubblica” in relazione alla questione animale.
Fulcro dell’intervento, oltre alla promozione di pratiche di convincimento fine a se stesse, la propria immagine.
Meglio se servita confezionata in giacca e cravatta: omologazione.
Contraria ad ogni principio antispecista che vede nell’autodeterminazione uno dei punti cardine della lotta, l’associazione animalista torna a parlare di comunicazione, promuovendo un seminario incentrato sul riduzionismo.
Probabilmente i “12 passi per diventare vegan” erano un processo eccessivamente rapido.
Molt* adesso potrebbero sentenziare sul fatto che vi siano questioni maggiormente prioritarie di cui occuparsi, un’indiscussa verità.
Ma è altrettanto reale e veritiera la vanificazione di ogni sforzo mosso verso la Liberazione Animale se si lascia spazio a chi ne lapida valori e contenuti, riducendo il tutto ad una triste parodia di ciò che poteva essere.
E comunque questa volta non siamo noi a parlarne, o meglio, lo facciamo riportando con piacere la riflessione apparsa di recente su Codice a Barre.

Essere Animali organizza un seminario dal titolo “Comunicazione Vegan Efficace”.
Chi ha invitato a parlarne? Melanie Joy and Tobias Lennaert, ovvero due persone che esplicitamente stanno appoggiando il messaggio del riduzionismo (tradotto: mangiare meno animali ovvero uccidere di meno, ma comunque uccidere).
Sia Joy che Lennaert non disdegnano, infatti, di dare il proprio pieno appoggio a conferenze riduzioniste.
Si tratta, a tutti gli effetti, di conferenze che continuano a parlare degli altri animali come prodotti e schiavi, vale a dire ne parlano in direzione esattamente opposta a ciò che dovrebbe fare da propulsore a un movimento di liberazione.
In particolar modo, Lennaert è da sempre avvezzo a parlare del veganismo come se fosse una semplice dieta, depotenziando la sua idea di base come linea morale a più riprese e parlandone in modo che si avvicina più a un punto di vista specista che liberazionista.
Per chi volesse informarsi sui suoi numerosi affondi ai danni del veganismo, ecco un resoconto video esaustivo e un articolo.
Dulcis in fundo, tra le ambiguità di Lennaert, che ama descriversi come “strategist” sulla propria pagina (stratega), ecco una delle sue ultime trovate: preparare sia cibo vegetale che carne di animali da offrire poi a non-vegani.
Ora gli scenari possibili sono due: o Essere Animali è completamente a digiuno sia di lingua inglese sia del dibattito a livello globale contro il riduzionismo e i deragliamenti di Joy e Lennaert (e rimarrebbe comunque un problema, visto che è loro responsabilità quella di informarsi e tenersi al corrente) oppure Essere Animali è perfettamente al corrente delle posizioni riduzioniste che tanto fanno piacere all’industria (riduzionismo che, come soluzione strategica, è smentito dalle analisi al riguardo, che ci premureremo di tradurre il prima possibile, le quali dimostrano che la riduzione non solo è impossibile da misurare, ma che neanche avviene realmente, se non come proclama momentaneo per sentirsi a posto con la coscienza (da parte dei consumatori) e ritardare il confronto col movimento di liberazione e dell’opinione pubblica (da parte dell’industria).
Parafrasando il famoso dilemma di Amleto, a mo’ di appello a questa associazione, la domanda che poniamo a è la seguente: Essere o Non Essere Animali?

VM

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